02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

Perché il vino italiano conquisti davvero il grande mercato di Cina serve la formazione. Come quella proposta, tra gli altri, dal “Top Italian Wine & Spirits Course” by Ice, Sviluppo Economico, Federvini, Unione Italiana Vini ed Enoteca Italiana

Perché il vino italiano conquisti davvero il grande mercato di Cina (dove oggi il Belpaese è solo al quinto posto tra gli esportatori, a distanze siderali dalla Francia e dall’Australia, ma dietro anche a Cile e Spagna, ndr), tutti gli operatori sono concordi nel dire che serve soprattutto la formazione. E così sono tanti i progetti avviati nel grande Paese asiatico: dai corsi della “Vinitaly International Wine Academy” nei tanti eventi dedicati al wine & food in Cina, a quelli di “Taste Italy! Wine Academy”, la prima wine school italiana interamente dedicata ai wine lovers cinesi firmata da Business Strategies, passando per iniziative come quelle del Consorzio del Prosecco Doc con la sua “Casa Prosecco”, avamposto asiatico nella città Xi’ An, dove si fa anche formazione. O come il “Top Italian Wine & Spirits Course”, roadshow voluto Ice e Ministero per lo Sviluppo Economico con Federvini, Unione Italiana Vini, Enoteca Italiana e la rete diplomatica italiana in Cina, che mira a formare 80 “ambasciatori” del vino italiano in Cina, 20 per ogni città visitata: già toccate Shanghai, Canton e, in questi giorni, Pechino, mentre la chiusura sarà di scena in ottobre a Chengdu.

Semplice la filosofia di base: coinvolgere sommelier, blogger, opinion maker, giornalisti e divulgatori che lo scorso ottobre hanno visitato alcuni dei più importanti territori vinicoli italiani “per capire un Paese che conta oltre 500 vitigni autoctoni e ne usa almeno 300 contro i 30 della Francia”, ha sottolineato Augusto Massari, ministro consigliere dell’Ambasciata Italiana a Pechino, nella presentazione dell’iniziativa al Four Seasons Hotel di Pechino. Il target è costituito dai 226 milioni di cinesi soprattutto dell’area urbana stimata al 2022, con capacità di acquisto di 15.000 euro. Il progetto punta ad unire conoscenza e divulgazione al potenziale di Internet, visto il bacino di 700 milioni di persone che utilizzano la rete in Cina.
Non a caso “il prossimo appuntamento è il 9 settembre, quando l’Ice con Alibaba lancerà il festival promozionale del vino italiano sulle piattaforme di e-commerce del colosso cinese”, ha detto Amedeo Scarpa, a capo dell’Ice in Cina, nell’ormai celeberrimo giorno, annunciato dal fondatore di Alibaba, Jack Ma, a Vinitaly, come giorno cruciale per il commercio di vino in Cina.
Un’altra tappa già in calendario è fissata per il 26 novembre, quando nella “Settimana della Cucina Italiana”, voluta dal Ministero degli Affari Esteri e da quello delle Politiche Agricole (che coinvolgerà oltre 130 Paesi del mondo, dal 21 al 27 novembre, ndr), saranno consegnati i diplomi agli 80 “Ambasciatori”.

Le lezioni del “Top Italian Wine & Spirit Course” sono tenute da Ronnie Lau (Chairman della Hong Kong Wine Critics Association e Co-Chairman della Shanghai International Wine Challenge) e Jerry Chen (Sommelier della Associazione dei Sommelier italiani a Pechino). “E il lavoro di divulgazione non sarà facile, c’è molto da fare in Cina”, ha commentato Rebecca Wang, esperta di “WineITA”, la piattaforma cinese dedicata ai vini italiani.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli