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PICCOLO “MIRACOLO” NELL’ITALIA DEL VINO: RIDAR NUOVA VITA A VITI ANTICHISSIME COME PER LE OPERE D’ARTE. OPERAZIONE DI CULTURA ENOLOGICA MESSA IN ATTO DA SEMPRE PIU’ CANTINE, SECONDO UN METODO BEN PRECISO: QUELLO DEI PREPARATORI D’UVA SIMONIT & SIRCH

Italia
Ecco le vecchie viti di Feudi di San Gregorio

Come l’intervento del restauratore da secoli permette di salvaguardare un patrimonio che rischia di andar perduto per l’incidenza del tempo su di un’opera d’arte, così, con la stessa volontà di conservare e trasmettere la memoria del passato per le generazioni che verranno, anche nel mondo del vino c’è la possibilità di ridare nuova vita e riportare nei vigneti viti antichissime. Un’operazione di cultura enologica, la cui portata si potrà comprendere soprattutto negli anni avvenire, ma che, intanto, permette di allargare ed arricchire il già notevole patrimonio varietale del “vigneto Italia”. Un piccolo “miracolo” che solo il regno vegetale può garantire, facendo nascere da antichi padri nuovi figli, di cui sempre più cantine italiane e straniere hanno compreso o comprendono l’importanza, a partire da Caprai in Umbria, passando per i vigneti trentini recuperati nella Tenuta di San Leonardo o alle piante plurisecolari riportate a nuova vita in Irpinia dalla Feudi di San Gregorio, le cosiddette “viti monumentali” o “Patriarchi”, e a cui anche nel terroir di Montalcino si inizia a pensare, oppure nelle aziende di Angelo Gaja in Piemonte o di Vittorio Moretti in Franciacorta. Il tutto attraverso una paziente operazione di potatura e rigenerazione arborea, messa in pratica attraverso un metodo ben preciso: quello dei “Preparatori d’Uva” Marco Simonit e Pier Paolo Sirch che, dopo oltre 20 anni di osservazione e sperimentazione nelle vigne di tutta Europa, hanno definito un metodo di potatura in grado di allungare considerevolmente il ciclo di vita e la produttività dei vigneti (narrato per immagini in un video-racconto on line da oggi su YouTube), recuperando l’antico mestiere del potatore che, come un chirurgo, decide il destino della vite con interventi il più possibile rispettosi della salute della pianta, che permettono addirittura di raddoppiarne l’età.
Un approccio che ha iniziato a fare scuola, grazie anche all’interesse di importanti centri di ricerca ed università, e che oggi è alla base di una vera e propria “Scuola Italiana Permanente di Potatura della Vite”, unica nel suo genere a livello internazionale, itinerante e che opera nelle principali regioni viticole italiane, e che riparte per il 2011-2012 dall’azienda agricola San Felice in Toscana, per poi far tappa in cantine come Feudi di San Gregorio, Bellavista e Bolla (Giv), all’Enoteca di Cormòns, Università di Pollenzo, Libera Terra e negli Istituti di Laimburg, San Michele all’Adige e Conegliano.
“La nostra operazione parte dalla massima attenzione nei confronti delle potature manuali che restano l’unica metodologia con cui è possibile assecondare la fisiologia della vite - spiega Marco Simonit - accanto a questa attenzione il nostro lavoro si basa sulla reinterpretazione in chiave moderna di alcune tecniche colturali ormai abbandonate, come le vecchie forme di allevamento dei vigneti (tendone, alberello e così via). Un patrimonio che si è ormai quasi perso e che ha evidenziato l’incapacità umana di interagire con la vite stessa. Questo può essere esemplificato con il fatto che la moderna viticoltura ha ridotto troppo gli spazi a disposizione della vite - sottolinea Simonit - infatti, è abbastanza evidente, come un albero giovane non occupa lo stesso spazio di uno vecchio. Un aspetto trascurato questo che ha portato nel corso del tempo a dei disequilibri importanti, fino alla pressoché “normale” estirpazione precoce di un vigneto. Saper gestire le vecchie tipologie di un vigneto con le loro particolari geometrie insegna a lavorare meglio nei vigneti moderni. Il nostro obbiettivo fondamentale è portare il vecchio nel nuovo: in questo senso valgono gli esempi dei lavori che abbiamo già portato a buon punto, come quelli con la Syrica in Campania, il Tocai in Friuli, il Nerello Mascalese in Sicilia e il Nebbiolo in Valtellina. Si tratta, in fin dei conti - conclude Simonit - di un’opera vera e propria di restauro che permette di evitare un’estirpazione di vecchi vigneti. Saremmo lieti, inoltre, se ci fossero casi analoghi in altre parti d’Italia, che ci fossero segnalati. Per il futuro stiamo pensando di fare un’operazione analoga a Montalcino, ma il progetto non è ancora partito”.
Proprio per comunicare la passione e la filosofia che anima il loro lavoro, i “Preparatori d’Uva” hanno realizzato un video-racconto che, attraverso immagini suggestive dei luoghi del loro lavoro, le vigne dal Nord al Sud Italia, racconta con un linguaggio chiaro e immediato a più voci, tra quelle di produttori, esperti e studiosi, la loro originale filosofia di gestione del vigneto fondata su un sapiente mix di tradizione e innovazione. Per spiegare come ciò che rende un vino unico e inimitabile è, innanzitutto, la salute della vite.

Focus - Che cos’è la “Scuola Italiana Permanente di Potatura della Vite”
Il progetto dei tecnici friulani Marco Simonit e Pier Paolo Sirch di restituire longevità alla vite ha compiuto un nuovo passo avanti con la nascita della prima “Scuola Italiana Permanente di Potatura della Vite”. Unica nel suo genere non solo in Italia, ma a livello internazionale, è un centro di formazione permanente con corsi organizzati in partnership con importanti centri di ricerca e università (fra cui l’Istituto Sperimentale di Laimburg in Alto Adige, l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e Slow Food in Piemonte, il Centro per la Ricerca e la Didattica in Viticoltura ed Enologia di Cormòns, l’Università di Agraria di Udine in Friuli Venezia Giulia, il Centro Studi Enzo Morganti a Castelnuovo Berardenga in Toscana, il Cervim-Centro di Ricerche, Studi e Valorizzazione per la Viticoltura di Montagna in Val d’Aosta, il Gruppo Terra Moretti in Franciacorta) in regioni fra le più rappresentative dell’eccellenza della viticoltura italiana: Piemonte, Lombardia, Trentino Altro Adige, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Campania, Sicilia. Una scuola itinerante, aperta a viticoltori e non, le cui lezioni si articolano in due fasi: 20 ore in inverno, con la parte teorica e la parte pratica in vigna per gli interventi sul legno in fase di potatura. Altre 12 ore in primavera, per la gestione del verde.
Nello specifico, il Metodo Simonit&Sirch si basa su un approccio rispettoso dei ritmi della natura e mirato sulla singola pianta, con potature sul solo legno giovane al fine di salvaguardare la salute della vite. Una tecnica “dolce” che garantisce uno sviluppo sostenibile ed equilibrato della pianta, senza l’ansia dello sfruttamento intensivo e immediato che oggi guida i processi di meccanizzazione e omologazione dei vigneti. E l’obiettivo della Scuola è quello di recuperare l’antico mestiere del potatore che, come un chirurgo, decide il destino della vite con interventi il più possibile rispettosi della salute della pianta, che permettono addirittura di raddoppiarne l’età: spesso infatti le viti si ammalano per una dissennata impostazione delle potature che fanno crescere, in misura esponenziale, le infezioni al legno. Il che implica come conseguenza immediata una valorizzazione del vigneto Italia, bene da salvaguardare sotto il profilo economico, storico e ambientale paesaggistico.
Non solo: un importante risparmio per le aziende, la riduzione considerevole dei costi in vigna con la diminuzione delle ore di potatura (dal 30 al 50%) e, soprattutto, piante più sane e longeve che danno uve, e quindi vini, di qualità superiore. Un nuovo mestiere antichissimo, quello del potatore, a torto considerato umile, che riacquista quindi nuova dignità e apre ai giovani interessanti prospettive nel settore della Green Economy.

In evidenza - 2011-2012: la “Scuola Italiana Permanente di Potatura della Vite” riparte dalla Toscana
La Toscana è stata fra le prime sedi della “Scuola Italiana Permanente di Potatura della Vite”, ospitando già nel 2009 i primi corsi sperimentali all’Azienda Agricola San Felice di Castelnuovo Berardenga (Siena). Ora che le sedi sono 10, prosegue sempre più fitta e condivisa la collaborazione fra il Centro Studi Enzo Morganti e i “Preparatori d’Uva”.
Il 28, 29 e 30 novembre prenderà il via a San Felice il terzo anno dei corsi, a numero chiuso (massimo 35 partecipanti): 3 giorni per le lezioni invernali, a cui faranno seguito nei primi mesi del 2012 quelle primaverili. Nelle 20 ore di lezioni invernali, si alterneranno una parte teorica (Elementi di base di Fisiologia della vite e Corso di potatura) e una pratica in vigneti già potati secondo il Metodo Simonit & Sirch (aspetti pratici della potatura “soffice” riferiti alle due fasi principali, allevamento e produzione, su Guyot e Cordone speronato). Nelle successive 12 ore primaverili si affronterà teoricamente e praticamente la gestione del verde.
Oltre che in Toscana, le lezioni si terranno in altre 9 sedi, in collaborazione con prestigiose università e istituti di ricerca legati al mondo della vite, interessati al Metodo Simonit & Sirch: all’Enoteca di Cormòns a Cormòns (Gorizia) in collaborazione con l’Università degli studi di Udine - Facoltà di Agraria (1, 2 e 3 dicembre), alla cantina Feudi di San Gregorio a Sorbo Serpico (Avellino) in collaborazione con l’Istituto Agrario “De Sanctis” di Avellino (12, 13 e 14 gennaio 2012), alla Scuola Professionale per la Frutti-viti-orti-e frutticoltura (Fachshule) di Laimburg (Bolzano) in collaborazione con Fachschule Laimburg, Istituto Sperimentale e Associazione ex alunni di Laimburg Alto Adige (1, 2 e 3 febbraio 2012), alla cantina Bellavista ad Erbusco (Brescia) in collaborazione con il Gruppo Terra Moretti (2, 3 e 4 febbraio 2012), all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo (Cuneo) in collaborazione con l’Università e Slow Food (date da definire), a San Giuseppe Jato (Palermo) da Libera Terra (23, 24 e 25 febbraio 2012), a San Michele all’Adige (Trento) all’Istituto Agrario di San Michele all’Adige (febbraio), a Conegliano Veneto (Treviso) al Cirve-Centro Interdipartimentale per la Ricerca in Viticoltura ed Enologia (febbraio), e, infine, a San Pietro in Cariano (Verona) alle cantine storiche Bolla del Gruppo Italiano Vini (date da definire gennaio-febbraio).
Info: www.simonitesirch.it

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