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POLIGLOTTA, ESPERTO DI VINO, CON LA VALIGIA SEMPRE PRONTA: È IL WINE EXPORT MANAGER, “STRATEGA” DELLA CANTINA A CACCIA DI BUSINESS IN GIRO PER IL MONDO. É SOLO UNA DELLE NUOVE PROFESSIONI DEL MONDO DI BACCO ...

Italia
Il Wine Export Manager, una delle figure più richieste dal mondo del vino

Parla fluentemente l’inglese e magari un’altra lingua, conosce alla perfezione il mondo del vino in ogni suo aspetto ed è disponibile a viaggiare ai quattro angoli del globo, se non addirittura a trasferirsi per lunghi periodi all’estero: ecco l’identikit del Wine export manager, una delle figure attualmente più ricercate dalle cantine del Belpaese. A tracciarlo è WineNews, uno dei siti di riferimento per gli eno-appassionati, che analizza le professioni emergenti del mondo del vino di cui si parlerà a Vinitaly, rassegna internazionale di riferimento del mondo del vino, di scena a Verona dal 7 al 10 aprile (www.vinitaly.com).
É proprio l’andamento positivo dell’export di bottiglie made in Italy il principale fattore che spinge le aziende del vino ad assumere, in controtendenza rispetto ai dati generali dell’occupazione nazionale: “La figura più ricercata in questo momento è senz’altro il Wine export manager - spiega Andrea Pecchioni di WineJob, agenzia di recruiting specializzata nella ricerca di personale per il mondo del vino - Le caratteristiche principali di questo profilo? Oltre a possedere una conoscenza approfondita del mondo del vino, dalla produzione alla distribuzione, deve avere una padronanza perfetta dell’inglese, una skill che per gli italiani non è scontata: questo significa non solo conoscere i termini tecnici, ma avere la capacità di sostenere una conversazione. Infatti, come è noto, nel mondo del vino gli affari si fanno soprattutto a tavola, in un’atmosfera conviviale, quindi la capacità di intrattenere una conversazione piacevole ed empatica con i propri interlocutori - buyer, ristoratori, esportatori - è fondamentale”.
“Il secondo requisito è la disponibilità a viaggiare - continua Pecchioni - I mercati di riferimento per il nostro vino sono sempre più numerosi, complessi e lontani, e occorre seguirli in loco, per sviluppare contatti più diretti ed efficaci. La presenza fisica è così importante che le grandi aziende ormai richiedono non solo la disponibilità a viaggiare, ma proprio di trasferirsi, anche per lunghi periodi, all’estero: si tratta dei cosiddetti Resident manager, che hanno il compito di seguire da vicino questi mercati sempre più competitivi”.
“La destinazione principale rimangono - spiega Pecchioni - gli Stati Uniti, che sono tuttora il nostro principale interlocutore, ma sempre più si punta all’Asia, in particolare Hong Kong e Shanghai”.
“Naturalmente solo i brand più affermati possono permettersi questo tipo di investimento (per un Resident manager si parla di un costo di 200.000 dollari all’anno): la questione rimane aperta per le piccole cantine, che stanno sperimentando soluzioni alternative, come il Wine export manager “condiviso”, ovvero rappresentativo di più aziende. Proprio in considerazione delle sempre più numerose richieste per questo tipo di profilo professionale - conclude Pecchioni - abbiamo deciso di replicare, nei prossimi mesi, in Toscana, il Corso in “Wine Export Management” che stiamo già portando avanti con successo all’Istituto Agrario di San Michele all’Adige, in collaborazione con la Fondazione Edmund Mach”.
Ma tra le figure professionali emergenti del mondo del vino ci sono anche gli esperti di comunicazione, in particolare del web 2.0 e dei new media: il Social media manager, ricercato soprattutto dalle grandi aziende, conosce perfettamente trucchi e segreti di Facebook, Twitter, YouTube, Pinterest e Instagram, strumenti in grado di proiettare la cantina in un’arena digitale globale, e che richiedono, per essere funzionali al business, aggiornamenti costanti e mirati. Il profilo ideale è un laureato in materie umanistiche, in grado di padroneggiare non solo questi nuovi canali, ma anche gli stilemi del linguaggio del vino. Ecco perché, anche in questo caso, la professionalità non si improvvisa: il comunicatore deve vantare una cultura approfondita di tutto quello che riguarda il mondo di Bacco, aspetti tecnici compresi.
E gli enologi? Se fino a qualche anno fa erano le “star” del mondo del vino, oggi questa figura professionale vive un momento di stallo. In una fase in cui gli investimenti si sono fermati, per gli enologi la richiesta da parte delle aziende è sensibilmente calata. A questo bisogna aggiungere che negli ultimi anni l’offerta ha superato la domanda, a causa dei numerosi diplomati e laureati che sono usciti dalle scuole di enologia, tutti iscritti nel momento di boom del comparto.
Per i profili più tradizionali, le cantine continuano a ricercare come sempre operai, fissi e stagionali, per lavorare nelle vigne, con un picco nel momento della vendemmia: ma se per molti anni è stato difficile, se non impossibile, trovare manodopera disponibile, chissà che la crisi non riporti gli italiani a “sporcarsi le mani” in campagna, per far quadrare i conti o in attesa di un’occupazione più stabile.

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