Ci sono quelli che si fanno guidare dal prezzo, quelli che quando trovano un vino o un brand che gli piace gli restano fedeli, quelli “spaesati” e che trovano complicato scegliere quale vino comprare, ma anche quelli che pensano all’immagine che da di loro quello che dicono e quale vino scelgono quando bevono, i neofiti interessati a saperne di più, e gli entusiasti che amano tutto ciò che ruota intorno a Bacco: ecco i sei profili tipo dei consumatori di vino americani, secondo l’ultimo aggiornamento, rilasciato in questi giorni, del cosiddetto “Project Genome - The Evolution of the Wine Consumer”, forse il più complesso studio di mercato del vino mai messo in campo, iniziato 10 anni fa, e realizzato dal colosso Constellation Brands (il più importante player mondiale nel segmento dei premium wine, con marchi come Robert Mondavi, Clos du Bois, Kim Crawford e l’italiana Ruffino, tra gli altri, www.cbrands.com) che, negli ultimi 18 mesi, ha intervistato, con oltre 100 domande, 7.000 consumatori americani e canadesi. Da cui, in particolare, in Usa, mercato n. 1 al mondo per volumi e valori complessivi, e primo partner economico dell’Italia del vino, emergono 6 profili ben delineati del consumatori di vino.
Al primo posto, con il 21%, ci sono i “Price Driven”, ovvero quelli che credono di poter comprare buoni vini senza spendere una fortuna, e guardano in primis il prezzo al momento di scegliere; con il 20% vengono poi gli “Everyday Loyals”, ovvero quelli che bevono vino quotidianamente, per abitudine, e se trovano un brand che gli piace, gli restano fedeli. Il 19% dei consumatori americani, però, sono gli “Overwhelmed”: persone che bevono vino quando capita, ma non lo ritengono una cosa importante nella loro vita e che, soprattutto, non amano andarlo a comprare perché la ritengono una cosa troppo complessa. Un’altra buona fetta, il 18%, sono poi i cosiddetti “Image Seeker”, ovvero coloro che danno un grande peso a ciò che gli altri pensano di loro, e che vogliono essere sicuri di fare colpo scegliendo un vino che dica anche cose giuste su chi sono. Ma ci sono anche gli “Engaged Newcomers”, il 12%, ovvero giovani e neofiti che si approcciano ad un prodotto che un po’ li intimidisce, ma che percepiscono come elemento importante di socializzazione, e per questo vogliono saperne di più. Infine, con il 10%, ci sono gli “Enthusiast”, quelli che amano qualsiasi cosa ruoti intorno al vino, dall’andare a caccia di bottiglie da comperare alla lettura di magazine specialiazzati, dalle discussioni sul mondo di Bacco al berlo, ovviamente, insieme agli altri.
Sei categorie, dunque, che così come sono possono dire tutto e niente, ma che se ben interpretate possono essere utili tanto per chi produce che per chi vende, per targhettizzare meglio la propria offerta e le modalità di presentarla a quello che, in definitiva, è il giudice unico della sorte di un’azienda: il consumatore.
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