02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

PROFESSIONISTI DEL MERCATO, MANAGER QUALIFICATI, PROGETTI MODERNI E MIRATI AD OBIETTIVI PRECISI. IL “CASO” ASTI DOCG, AL CENTRO DI UNA IMPORTANTE AZIONE DI RILANCIO, SEGNA LA STRADA PER LE FUTURE FORTUNE DELL’ENOLOGIA ITALIANA

Italia
Un frame dello spot Asti Spumante

“Se ce l’avessero avuto i francesi sarebbe diventato da subito uno dei vini culto della nazione; ammirato, celebrato e valorizzato come merita un prodotto tanto particolare, intrigante e suggestivo”. Eccolo servito l’amaro ritornello che amano ripetere dalle parti di Asti, patria di una delle perle enologiche più raffinate della penisola, con uno stuolo infinito di ammiratori entusiasti fuori dai confini nazionali ma non ancora apprezzato come dovrebbe, e meriterebbe, da critica e appassionati di casa nostra. Prodotto con l’aromatico e zuccherino moscato bianco, a cavallo delle splendide colline di Langhe, Roero e Monferrato, e spumantizzato col metodo Charmat (o Martinotti), l’Asti Docg è caratterizzato da bollicine fini e persistenti che lo rendono estremamente gradevole e facile da bere.
Un vino con tutte le carte in regola, insomma, per stare a pieno titola tra i portabandiera del “made in Italy” in bottiglia, ma che ha dovuto (e deve) faticare non poco per ritagliarsi lo spazio che gli compete (non solo in termini di mercato ma anche di immagine e blasone). “E’ vero - racconta Andrea Ghiglione, l’uomo nuovo che il Consorzio dell’Asti ha incaricato per l’area marketing e il progetto di rilancio della denominazione - l’Asti ha bisogno di rilanciare le sue posizioni, anche se negli ultimi tempi le cose stanno rapidamente cambiando”.
Merito di un articolato progetto di rilancio che, ideato e abbozzato tre anni fa, ha conosciuto un deciso impulso a partire dal settembre 2006. “Superata la fase di espansione quantitativa che ha caratterizzato la fine degli anni ’70 - prosegue Ghiglione - l’Asti ha conosciuto una flessione dei volumi venduti e, soprattutto, della marginalità del prodotto, specie nei mercati tradizionali e di riferimento per la tipologia. Un andamento pericoloso, dovuto anche al calo di appeal fatto registrare dai vini dolci in genere, che ne ha offuscato l’immagine e ci ha convinto ad intervenire con forza. Abbiamo così avviato un progetto fatto di pensieri e di azioni, a partire da una seria riaffermazione dell’inscindibile legame che esiste da sempre tra questo vino e il suo territorio, fatto di valori positivi come bellezza, qualità e genuinità. Valori che abbiamo cominciato a veicolare con una massiccia campagna di comunicazione fatta di azioni sinergiche che vanno dalla pubblicità alla promozione e le pubbliche relazioni. Oggi, se dovessimo tracciare un primo bilancio delle iniziative promosse, diremmo che sono state assolutamente positive, almeno a giudicare dal rinnovato interesse per l’Asti che si respira tra gli addetti ai lavori e, soprattutto, dal crescente orgoglio dei produttori nel presentare le loro creature. In termini puramente numerici poi, abbiamo letteralmente assistito ad uno straordinario boom delle vendite. Ma questo, naturalmente, non può essere solo merito nostro”.
Antonio Boco

Focus - I numeri del Consorzio dell’Asti Docg
Il Consorzio per la tutela dell’Asti nasce nel 1932 e viene riconosciuto ufficialmente due anni più tardi. Nel 1963, con l’introduzione in Italia della Denominazione di Origine Controllata, il ruolo del Consorzio è stato decisivo per l’attribuzione della Doc al Moscato d’Asti, al Moscato d’Asti Spumante e all’Asti Spumante. Che per questo vino diventa poi Denominazione di Origine Controllata e Garantita (1994). La zona di produzione comprende 52 Comuni piemontesi distribuiti nelle province di Alessandria, Asti e Cuneo, per una superficie complessiva di 9.900 ettari, coltivati da 6.000 vignaioli.
La sede legale di rappresentanza è la “Casa dell’Asti” a Palazzo Gastaldi (Piazza Roma 10 - 14100 Asti - tel. 0141/594215). La sede operativa è invece ad Isola d’Asti (via Valtiglione 73 - 14057 Isola d’Asti - tel. 0141 960911) dove si trovano gli uffici, il personale tecnico e il laboratorio di analisi dei vini.

L’organigramma
Presidente: Emilio Barbero
Vice Presidenti: Piergiorgio Castagnotti e Paolo Ricagno
Direttore Generale: Ezio Pellissetti
Le aziende
Le aziende consorziate sono suddivise in 44 industrie o aziende commerciali, 22 vinificatrici, 16 cantine cooperative, 5 cantine cooperative di secondo grado, 75 aziende vitivinicole e 9 aziende viticole (www.astidocg.it).

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli