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Progettare una cantina è diventata una sfida, capace di affascinare i più grandi architetti del mondo, da Mario Botta a Santiago Calatrava, fino al designer Philippe Starck, che ha firmato il progetto di Chateau Les Carmes Haut Brion, a Bordeaux

Coniugare funzionalità, integrazione con il paesaggio circostante, modernità e, ovviamente, bellezza: progettare una cantina è diventata una sfida, capace di affascinare i più grandi architetti del mondo, dallo svizzero Mario Botta, che a Suvereto, nel cuore della Val di Cornia, ha firmato Petra, del Gruppo Terra Moretti, allo spagnolo Santiago Calatrava, che alla Rioja ha regalato un vero e proprio gioiello, quello di Bodegas Ysios. Una parterre de roi, o meglio di archistar, che adesso si arricchisce di un altro grande protagonista dell’architettura e del design mondiale, il francese Philippe Starck che, dopo aver disegnato lo yacht di Steve Jobs nel 2012, ha prestato la propria arte alla cantina di Château Les Carmes Haut Brion, nel cuore di Bordeaux.

Realizzata insieme ad un altro architetto, Luc Arsène Henry, ha la forma di una barca rovesciata, di cui emerge, dal laghetto dell’azienda circondato dai vigneti, solo lo “scafo” in vetro metallo e cemento, mentre è sotto terra che si sviluppa la cantina vera e propria, dalla vinificazione all’affinamento, con i suoi 2.400 metri quadrati su 4 piani immersi nell’acqua. Un vero e proprio omaggio al mondo di Bacco, perché, come ha commentato lo stesso Starck ad “Archiportale” (www.archiportale.com), “il vino è magico. La sua genesi è scienza, la sua struttura un’astrazione. Il suo effetto una vertigine. Conoscerlo è cultura. Per raccontare il vino si può utilizzare solo il linguaggio dell’immaterialità”.

Per Starck, va detto, è il debutto con una cantina, ma non il primo contatto tra architettura, design e mondo del gusto, visto che ha firmato alcuni dei più celebri ristoranti e locali del mondo, tra cui il “Café Costes”, ridisegnato nel 1984 a Parigi, e il “Ma Cocotte”, nuovo ristorante inaugurato, nel 2012 nello storico “mercatino delle pulci” di Saint-Ouen, sempre nella capitale francese. Senza dimenticare un cult del design culinario made in Italy, il celeberrimo spremiagrumi “Juicy Salif”, disegnato nel 1991 per Alessi.
Un’altra perla, quindi, che, dalla Francia, va ad aggiungersi ad opere che fanno parte dell’immaginario di ogni enoappassinato che si rispetti: per rimanere in Italia, tra le chicche imperdibili c’è il quartier generale del gruppo Marchesi Antinori a San Casciano Val di Pesa, progettata da Marco Casamonti, dello Studio Archea Associati, che, con la sua struttura sottile e profonda, ricorda i preziosi “tagli” di Lucio Fontana, e sfrutta al meglio la morfologia del paesaggio collinare. Frescobaldi, invece, con Tenuta dell’Ammiraglia dello Studio Sartogo, coniuga estetica e funzionalità nel pieno rispetto del territorio. E ancora, la cantina della Tenuta Rocca di Frassinello a Gavorrano disegnata da Renzo Piano con la torre che svetta tra i filari, cattura la luce e controlla la temperatura della grande barriccaia-anfiteatro racchiusa all’interno. Quindi c’è il “Carapace”, la cantina della Tenuta Castelbuono della famiglia Lunelli (Ferrari) a Montefalco, prima opera architettonica del grande scultore Arnaldo Pomodoro, dall’inconfondibile forma a tartaruga, simbolo di longevità ed unione tra cielo e terra, la prima abitabile al mondo.

La cantina Terre da Vino a Barolo, dell’architetto Gianni Arnaudo, è invece una sorta di “promenade architecturale” che racchiude in sé il design e la modernità nel rispetto della tradizione. Tornando in Toscana, c’è Ca’ Marcanda, la tenuta di Angelo Gaja a Bolgheri, progettata dall’architetto Giovanni Bo, con la sua struttura in pietra che si fonde con la terra, celando la propria presenza, ed unendosi armoniosamente alla natura e al paesaggio. Senza dimenticare la cantina Mezzacorona, a Mezzocorona in Trentino, l’enorme complesso dedicato alla produzione del vino progettato dall’architetto Alberto Cecchetto, che, tuttavia, con il suo profilo basso ed integrato con il paesaggio, si scorge appena, richiamando elementi del territorio circostante e comunicando al pubblico quanto di quella terra si trasmette al vino stesso.
Bisogna andare fuori dall’Italia, di nuovo in Spagna e ancora nella Rioja, per visitare una delle opere più incredibili che sia mai spuntata da un vigneto, la cantina di Marqués de Riscal firmata da Frank Gehry, che insiste sulle stesse volute di titanio che hanno reso celebre il Museo Guggenheim di Bilbao, un punto di riferimento per l’architettura del Novecento. Norman Foster, invece, ha progettato la più innovativa cantina della Ribera del Duero, quella di Bodegas Portia, mentre in Francia c’è la nuova cantina di una delle griffe di punta del panorama enoico d’Oltralpe, quella di Cheval Blanc, realizzata da Christian de Portzamprac.

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