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PROSECCO, PROSECCO VALDOBBIADENE & MERCATI: C’E’ ANCORA TANTO DA FARE IN TERMINI DI COMUNICAZIONE, MA IL SUCCESSO APPARTIENE A TUTTE LE DENOMINAZIONI, IN UK COME NEL RESTO DEL MONDO. BISOL: “I MERCATI CONTINUANO A PREMIARCI OVUNQUE”

Come abbiamo scritto qualche giorno fa, in un mercato complesso come quello britannico, è difficile dare il giusto valore alle differenti varietà, specie quando si parla di una Docg “giovane” come quella del Prosecco dell’area storica di Conegliano Valdobbiadene. Però, come sottolinea a WineNews il Consorzio del Prosecco Superiore, “la crescita del successo di tutte le Denominazioni Prosecco è comunque un segnale positivo. Solo dieci anni fa, infatti, sembrava che non ci fosse spazio per questo vino nel mercato inglese, forte consumatore di Champagne, e la convinzione era che il carattere fruttato ed elegante del nostro prodotto non fosse adatto al consumatore britannico. Poi, i nostri produttori hanno cominciato a farsi conoscere, ed oggi il mercato ci premia”. Anche se la crisi ha acuito certe dinamiche, come la politica di prezzo sempre più aggressiva di molte catene distributive, creando grandi difficoltà ai produttori del Conegliano Valdobbiadene, tirato su “da mercato più piccolo e tradizionale di ristoranti e locali specializzati dove l’attenzione alla qualità ed il valore del Prosecco Superiore; è tenuto in grande considerazione”.

In previsione dell’introduzione della Docg, del resto, il Consorzio nel 2008-2010 aveva pianificato una campagna triennale a Londra, con wine tasting e seminari dedicati ad opinion leader ed operatori. “Da anni - spiega ancora il Consorzio - cerchiamo di presidiare il mercato attraverso l’attività di incoming di giornalisti, piccole attività di comunicazione e attraverso la partecipazione ad eventi. Sappiamo che la strada è lunga e diffondere la cultura della Docg rappresenta una sfida difficile, ma siamo sicuri che la crescita complessiva del mercato del Prosecco, consenta di aumentare la conoscenza del prodotto e l’attenzione dei consumatori più attenti verso il segmento più qualitativo. I segnali positivi non mancano: oggi esportano in Inghilterra ben 73 aziende dell’area di Conegliano Valdobbiadene, e la loro presenza stabile consente di diffondere la cultura del Prosecco Superiore, il valore qualitativo che esprime l’area di alta collina. Anche i numeri di vendita sono positivi: nel medio periodo (2008 - 2012), l’Inghilterra è infatti il paese che ha registrato le migliori performance di esportazioni per il Conegliano Valdobbiadene, che è passato da una quota di mercato di circa il 6% all’attuale 16,8% con più di 4,5 milioni di bottiglie vendute, che lo pone come terzo mercato di destinazione. Un primo risultato - conclude il Consorzio - che vogliamo consolidare dando il giusto valore ad ogni singola preziosa bottiglia che nasce nelle colline del Conegliano Valdobbiadene Docg”.

“A livello quantitativo - spiega a WineNews Gianluca Bisol, a capo di una delle aziende leader delle bollicine - è normale che il Prosecco Doc rappresenti la quota di mercato più importante, e questo vale sia per il mercato inglese che per quello italiano o di qualsiasi altro Paese, in una dinamica che ricalca quella della piramide qualitativa dello Champagne, con il Conegliano Valdobbiadene al vertice, dove, per le bollicine d’Oltralpe, ci sono i Première Cru ed i Grands Cru. Sarà sempre così, e non possiamo pretendere una posizione di leadership, perché per apprezzare un Prosecco Superiore ci vuole anche un palato adatto, non è solo una questione di prezzo, ma anche di evoluzione del consumo. Poi - continua Bisol - che esista un problema legato alla comunicazione delle differenze tra un Prosecco Superiore ed un Prosecco generico è evidente, però c’è da dire che lo stesso Prosecco Doc ha bisogno del Prosecco Superiore per continuare ad ammaliare i consumatori di tutto il mondo”. A livello commerciale, però, quella della bollicina italiana resta una parabola esemplare, gratificata da dati che lasciano pochi dubbi sulla bontà delle scelte e delle strategie portate avanti sin qui, visto che “continua a crescere a doppia cifra ovunque, nonostante le sirene che da un paio d’anni mettono in guardo il comparto su eventuali aumenti dei prezzi delle uve. Il mercato - racconta Bisol - continua a premiarci, specie con i prezzi attuali, che presuppongono una crescita destinata a continuare: non ho dubbi che, stando così le cose, il traguardo del miliardo di bottiglie prodotte nel 2035 sia assolutamente raggiungibile, a meno che non ci si mettano di mezzo altre motivazioni e problematiche politiche, tipo il blocco dell’impianto di nuovi vigneti, qualora si dovesse rivelare necessario. In fondo, facciamo già numeri importanti, ma siamo solo all’inizio, dobbiamo ancora consolidare molti mercati, a partire dalla Cina, dove godiamo già di un apprezzamento di altissimo livello, che arriva da donne e uomini che sanno apprezzare la qualità dello stile di vita italiano ed europeo, un tessuto che si sta affermando e ci dà delle ottime prospettive. Il Prosecco, del resto, per le sua caratteristiche, è un vino particolarmente amato dalle donne, e questo è un fatto straordinariamente positivo, perché alla fine è la donna, nella maggior parte dei casi, a decidere cosa finisce nel carrello, è lei che ha la leadership, che guida ed influenza maggiormente i consumi in tutto il mondo”. Tornando all’Inghilterra, è importante la conoscenza del mercato, una chiave di volta che vale ovunque, ma che è sempre diversa, e a volte va ancora trovata, come in Cina: “sono convinto che quello Uk sia un mercato sul quale è importante continuare a puntare, anche se abbiamo iniziato 25 anni fa, con una strategia che non lasci nulla al caso, a partire dalla scelta dell’importatore che, nel nostro caso, è uno dei più noti, Bibendum, perché quando l’azienda trova un importatore che sa entrare in sintonia con il mercato e con l’azienda stessa, il lavoro è a metà dell’opera”.

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