Ogni volta che l’Etna si sveglia regala momenti di puro spettacolo e magia, come è accaduto in questi ultimi giorni, con l’eruzione del cratere di Nord - Est che ha tenuto con il naso all’insù un’intera Regione, la Sicilia, in un’iperattività che non si vedeva da tempo sul vulcano più grande dell’Isola. Quattro giorni di maestoso show della natura, che hanno creato più di qualche problema, con la cenere che è ricaduta su un largo raggio dal cratere, spolverando di grigio migliaia di ettari di coltivazioni. Tra i più colpiti, i produttori di arance, proprio nel momento della raccolta, in Sicilia come in Calabria.
Ma l’Etna, si sa, è anche, se non soprattutto ormai, terra di grande vino, terroir peculiare ormai amato ed apprezzato in tutto il mondo. Sul versante Nord, dal lato opposto a quello dell’eruzione, a Castiglione di Sicilia, c’è una delle cantine simbolo dell’Etna, Cottanera (www.cottanera.it), 65 ettari vitati che sorgono sulla pietra lavica, a 700 metri sul livello del mare, tra cui spiccano i vitigni autoctoni del territorio, il nerello mascalese, il nerello cappuccio e il carricante. Qui, Francesco Cambria, che con la sorella Mariangela ed il fratello Emanuele dirige l’azienda di famiglia, ha vissuto da una posizione privilegiata l’eruzione.
“È durata una settimana, ed è nata da una bocca nuova, finora inattiva, sul versante Sud del vulcano - racconta Francesco Cambria a WineNews - dal lato opposto alle nostre vigne. Sugli effetti che può avere sulle coltivazioni si può dire tutto ed il contrario di tutto, di certo, a livello semplicemente visivo è uno spettacolo unico, la vetta dell’Etna da bianca che era dopo le nevicate delle settimane scorse, è diventata grigia. Per quanto riguarda gli effetti che le ceneri potranno avere sulla vite, c’è da dire che i vigneti, adesso, sono in stato di quiescenza, quindi nell’immediato non subiranno alcun danno. Diverso - continua Francesco Cambria - il discorso sugli effetti a lungo termine, e quindi sulla prossima vendemmia. Possiamo ipotizzare, ad esempio, ma rimanendo comunque nel mondo delle possibilità, che i terreni si possano arricchire di sostanze azotate e sentori minerali, e possiamo considerare le ceneri parte di una concimazione naturale. Per sapere davvero gli effetti che l’eruzione dei giorni scorsi avrà in bottiglia - conclude Cambria - dovremo però aspettare, probabilmente, anni: certo, dalla prossima vendemmia ci faremo un’idea, ma è solo assaggiando i vini che capiremo cosa comporta un’eruzione del genere sulla viticoltura dell’Etna”.
Focus - Cottanera, tra le aziende simbolo dell’Etna
Sono diventati famosi per un errore, un errore di consegna di barbatelle. Per quell’errore è arrivata sull’Etna la Mondeuse, vitigno a bacca rossa tipico dell’Alta Savoia, che l’azienda Cottanera produce dal 1998 con l’etichetta “Ardenza”. Dopo questa esperienza e quella legata alla vinificazione dei vitigni internazionali, Cottanera ha puntato decisamente sul Nerello Mascalese come testimonia la prima Doc Etna di Cottanera, annata 1995.
Ma Cottanera è stata pioniera anche in fatto di comunicazione, coniugando il termine di “vulca-enologia”, nel 2006, per sottolineare la particolarità della vitivinicoltura dell’Etna che può contare contemporaneamente sulla ricchezza in sali minerali dei terreni lavici, dell’altitudine della montagna, della vicinanza del mare e di un clima mediterraneo, comunque, temperato anche ad altezze elevate. Condizioni che, tutte insieme, si presentano solo sull’Etna.
L’azienda si estende su 100 ettari complessivi, tutti accorpati, dei quali 65 vitati (la più grande estensione di vigneto di un’unica proprietà sull’Etna). I vigneti e la cantina si trovano a Castiglione di Sicilia. Guglielmo Cambrìa è stato il primo a scommettere sul valore di quelle terre nere. Siamo negli anni Novanta quando, insieme al fratello Enzo, decide di convertire quello che era un noccioleto in un grande vigneto, i primi impianti di vitigni internazionali poi, nel corso degli anni, si aggiungono i vitigni storici dell’Etna: il Nerello Mascalese, il Nerello Cappuccio e il Carricante. Oggi, dopo la scomparsa di Guglielmo, Cottanera è guidata dal fratello Enzo e dai figli del suo fondatore: Mariangela, Francesco ed Emanuele.
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