Produrre vino di qualità, ormai, è la base per stare sul mercato. Ma a fare la differenza, spesso, e a far emergere un’etichetta piuttosto che un’altra in scaffali affollati di centinaia di referenze, è il marketing. E proprio “Come comunicare il vino sullo scaffale e sulla tavola” sarà il tema del Seminario di Marketing Internazionale del vino, edizione n. 4, di scena l’8 novembre alla Fondazione Mach di San Michele all’Adige.
“Il messaggio che un’azienda vitivinicola può e vuole comunicare al consumatore - si legge in una nota di Winejob, tra i promotori del seminario - passa fondamentalmente attraverso il packaging ed in particolare l’etichetta della bottiglia. Allineate sullo scaffale ogni bottiglia vorrebbe dire: “prendimi” e fa di tutto, o lo dovrebbe fare, per rendersi attraente, seducente, chiara ed esplicita. Inoltre dovrebbe trasmettere con coerenza l’identità dell’azienda e del produttore. Ma quali sono gli elementi di percezione del consumatore che osserva le bottiglie sullo scaffale, quali sono le caratteristiche che si osservano e si giudicano guardando una bottiglia. Non sempre è solo il prezzo l’elemento decisivo, anzi. Dove guarda il consumatore? Cosa guarda? Cosa cerca? Cosa lo convince? E quindi che cosa comunicare e come nel piccolo spazio di carta a cui viene affidato il messaggio di tutto il lavoro di un’azienda?”. A queste domande proveranno a rispondere i relatori, con approcci ed esperienze diverse. Da Massimo Bertamini, della Fondazione Mach, ad Andrea Pecchioni di Winejob, da Bruno Laeng, professore di Neuropsicologia cognitiva all’Università di Oslo, a Simonetta Doni, Titolare dello Studio Doni & Associati, da Armando Corsi, Senior Research Associate all’Ehrenberg-Bass Institute for Marketing Science, a Riccardo Avanzi, Ceo di WineNot e Visual designer, Michele Drusian, marketing manager di Luce della Vite, Marilisa Allegrini e Silvia Allegrini, alla guida della griffe Allegrini.
Info: http://eventi.fmach.it/seminariovino
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