Riflettere sulle origini millenarie della viticoltura per festeggiare i primi 10 anni di vita. Ecco la scelta di Borgo Rocca Sveva, centro d’eccellenza di Cantina di Soave, che venerdì 6 settembre ha festeggiato il decimo anniversario con un convegno dal titolo - “La rinascita dei vini del Mediterraneo” che ha visto esperti di storia della viticoltura italiani come il Attilio Scienza, dell’Università di Milano, Nereo Pederzolli, corrispondente Rai, che ha presentato il documentario Archevitis sulle radici della nostra identità enoica, un viaggio che parte circa 5.000 anni fa dalla Georgia fino ad arrivare all’antenato del Marzemino in Vallagarina, passando per la Grecia.
La scelta di descrivere storia e abitudini della viticoltura georgiana non è causale: “è opinione comune che molti dei vitigni coltivati in Europa siano di origine orientale, quest’ipotesi è avvalorata dalle fonti letterarie dei georgici latini, dall’idealismo dell’800, dalla mitologia e da autori come il russo N. I. Vavilov che tra i primi nel 1931 riconobbe nel Caucaso il cuore principale dell’origine della vite selvatica e coltivata - ha spiegato Scienza - e inoltre è più facile studiare la storia della viticoltura partendo dalla Georgia dove sono ancora presenti metodi di vinificazione ancestrali risalenti a 2.500 anni fa che prevedono l’utilizzo di anfore di terracotta interrate per la fermentazione e l’affinamento anche di molti anni”.
Non sono mancati inoltre gli esperti internazionali, come il Prof. Patrick McGovern, archeologo molecolare dell’Università della Pennsylvania e Jean-Luc Etiénvent, fondatore del progetto Winemosaic, recente iniziativa supportata da Oiv, allo scopo di promuovere i vini da vitigni autoctoni dell’area mediterranea.
Proprio le varietà indigene e le teorie sulla loro origine dal Neolitico (8.500 - 4.000 a.C) fino all’età moderna sono state il filo conduttore dell’intera giornata a Borgo Rocca Sveva sotto il Castello di Soave.
Teorie “indi geniste” come quella del professor Scienza secondo cui i vitigni autoctoni – “sono la testimonianza di un’espressione territoriale frutto del procedere della storia per anelli successivi, dove ciascun anello è un punto di arrivo e di partenza, luoghi dove si fondono le esperienze dei popoli che vengono a contatto fra loro poiché la storia della vite e del vino è una storia di acqua e di migrazioni” si contrappongono all’origine monocentrica della vite espressa da McGovern che vede la possibilità di un’unica specie di vite eurasiatica (vitis vinifera sylvestris) che sta all’origine del 99% mondiale del vino di oggi.
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