Superate le resistenze e i dubbi emersi nelle ultime settimane, soprattutto da parte dei Consorzi del vino, sia italiani che del resto d’Europa, preoccupati da una eventuale perdita di specificità del vino, il testo che riforma il sistema delle Indicazioni geografiche dell’Unione Europea ha incassato, oggi, l’approvazione, all’unanimità, in Commissione Agricoltura a Strasburgo. Ora l’iter prevede, prima dell’estate, la discussione, in sede plenaria del Parlamento Europeo, e, infine, entro l’anno, gli incontri del trilogo (Parlamento, Commissione e Consiglio) per approvare definitivamente il nuovo testo unico europeo sulle produzioni di qualità.
I punti cardine della riforma, la presenza del vino all’interno della riforma; l’obbligo di indicare in etichetta dei prodotti Dop e Igp il nome del produttore e, per i prodotti Igp, l’origine della materia prima principale; il chiarimento sulle menzioni tradizionali (come Prosek) che non possono essere registrate perché evocative di Dop o Igp; il ruolo di Euipo, che sarà puramente consultivo; la conferma della Direzione Generale Agricoltura della Commissione come interlocutore principale dei produttori; la semplificazione delle norme per la registrazione e la modifica dei disciplinari di produzione.
“Il Parlamento Europeo continua a far evolvere un sistema senza eguali nel mondo, capace di generare valore senza bisogno di investire alcun fondo pubblico, rafforzando il ruolo dei consorzi, la protezione di Dop e Igp, e la trasparenza verso i consumatori”, ha commenta Paolo De Castro, relatore dell’Europarlamento per il nuovo regolamento Ue sui prodotti Dop e Igp. Nel testo adottato, rivendica De Castro, “abbiamo introdotto l’obbligo di indicare sull’etichetta di qualsiasi prodotto Dop e Igp il nome del produttore e, per i prodotti Igp, l’origine della materia prima principale. Non solo, su spinta dei nostri produttori di qualità, abbiamo potuto eliminare quelle falle del sistema che consentono di sfruttare indebitamente la reputazione delle nostre Indicazioni Geografiche, come nel caso dell’aceto balsamico sloveno e cipriota, o addirittura del Prosek made in Croazia. In particolare - spiega l’eurodeputato Pd - è stato chiarito come menzioni tradizionali come Prosek non possano essere registrate, in quanto identiche o evocative di nomi di Dop o Igp”.
I prodotti Dop e Igp “beneficeranno di protezione ex-officio anche online. Nel caso in cui vengano utilizzati come ingredienti, sarà, invece, necessaria un’autorizzazione scritta da parte dei rispettivi Consorzi di tutela”, prosegue De Castro, “a beneficio dei quali proponiamo anche di semplificare le norme per la registrazione e la modifica dei disciplinari di produzione”. L’Europarlamento ha preso una posizione anche su uno dei punti più discussi del regolamento, e cioè il ruolo dell’Ufficio Europeo dei Brevetti, l’Euipo: “con il testo adottato oggi, con cui andremo al negoziato con i Ministri già prima dell’estate - sottolinea De Castro - chiariamo che l’Euipo dovrà avere un ruolo puramente consultivo e su questioni tecniche, mentre l’interlocutore principale dei produttori resterà la Direzione Generale Agricoltura della Commissione Ue, consolidando il legame tra i marchi della qualità europea e lo sviluppo delle aree rurali”.
“La Dop Economy vale, a livello europeo, quasi 80 miliardi di euro. Non si tratta più di una semplice questione culturale di qualche Stato membro, ma di un vero patrimonio economico, sociale e politico europeo. Con questo regolamento - conclude De Castro - creeremo un vero testo unico europeo sulle produzioni di qualità, che rafforzerà la protezione, la promozione e la sostenibilità delle nostre Indicazioni Geografiche, conosciute in tutto il modo come sinonimo di qualità ed eccellenza, grazie alla passione e alla competenza dei nostri agricoltori e produttori”.
Piena soddisfazione anche dalla Unione Italiana Vini (Uiv), che, nei giorni scorsi, aveva dato il via libera al voto su una riforma considerata “un’opportunità per il settore del vino anche alla luce degli ultimi emendamenti che hanno contribuito a fare chiarezza su alcuni punti, come gli impegni di sostenibilità affidati al regolamento Ocm, la presenza del vino all’interno della riforma e il ruolo dell’agenzia Euipo, le cui funzioni sono ora principalmente legate al controllo dei registri”. Tra i punti cardine della riforma, ricorda Uiv, “si distinguono la presenza del vino all’interno della riforma, la definizione di vini Igp, la protezione dei nomi geografici contro possibili evocazioni (come il Prosek) e le nuove disposizioni volontarie sulla sostenibilità del vino. Tutti gli emendamenti, fortemente richiesti e condivisi da Uiv, hanno riscontrato oggi in ComAgri esito positivo, e questo è motivo di plauso nei confronti di un’istituzione europea che ha ben recepito l’importanza del nuovo regolamento Ue sui prodotti Dop e Igp. Il pericolo di tenere disancorato il vino dal sistema di protezione dei prodotti di qualità è stato scongiurato - ha aggiunto Uiv - e questa è la vittoria più importante ma non l’unica: la riforma permetterà di fare passi avanti notevoli in materia di protezione delle denominazioni in ambito internazionale, di chiarimento delle regole produttive sui vini a Igt e di semplificazione delle procedure relative ai disciplinari”.
Anche Federvini plaude “all’ottimo lavoro degli eurodeputati italiani, guidati dal relatore Paolo De Castro, sulla riforma del sistema delle Indicazioni Geografiche dell’Unione Eruopea. Gli emendamenti approvati - dice la presidente di Federvini Micaela Pallini - rappresentano un’occasione unica per arrivare a un riassetto generale della normativa, colmando le lacune che alcuni recenti accadimenti avevano messo in luce, come testimoniano il caso Prošek e gli attacchi all’Aceto Balsamico di Modena da parte di Slovenia e Cipro. Ringraziamo il Parlamento Europeo per l’attenzione mostrata ai comparti rappresentati da Federvini, in particolare per la volontà di riaffermare la centralità del settore vitivinicolo all’interno del nuovo regolamento unico sui prodotti di qualità, così come per aver voluto mettere in sicurezza alcune peculiarità che caratterizzano nel profondo il settore vitivinicolo italiano come la definizione di vino a IGP”, ha concluso la Pallini.
Per Origin Italia, siamo di fronte ad una proposta “che rilancia la visione politica delle Indicazioni Geografiche come uno dei pilastri di sviluppo agroalimentare dell’Unione Europea e che promuove l’affermazione di un modello condiviso e forte tra i vari Paesi membri. Un importante rafforzamento del ruolo dei Consorzi di tutela, un aumento della protezione delle Indicazioni Geografiche, ma anche semplificazione delle procedure e un passo concreto verso la sostenibilità (non solo ambientale) delle filiere Indicazioni Geografiche. Il testo approvato, inoltre, conferma e rafforza il ruolo centrale della Commissione Europea per lo sviluppo dell’economia agroalimentare, limitando l’Euipo a un ruolo puramente consultivo e su questioni tecniche. Questi gli elementi della riforma che hanno convinto Origin Italia, che, fin dall’inizio del percorso, aveva sostenuto, coinvolgendo tutti i Consorzi di tutela, la grande opportunità derivante dalla nuova legislazione e la necessità di riconoscere l’importanza delle realtà consortili per il prosieguo del successo delle Indicazioni Geografiche. L’impegno di Origin Italia è stato pertanto determinante per modificare la proposta della Commissione Europea riuscendo, anche grazie alla rete relazionale a Bruxelles, a far emergere le esigenze del settore e i potenziali pericoli che sarebbero scaturiti dall’adozione di alcune disposizioni normative”.
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