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GLI 80 ANNI DELLA FEDERAZIONE

Ristorazione, dal 1970 ad oggi, +110% di imprese. Il valore dei consumi fuoricasa? 96 miliardi

Lino Enrico Stoppani, presidente Fipe-Confcommercio: “ma il valore dei pubblici esercizi in Italia si misura anche nella loro funzione sociale”

Nel 1970 in Italia le imprese attive nel fuoricasa erano 154.000, oggi sono più di 323.000, segnando, così, una crescita del +110%. Ma il boom dell’aumento di bar, ristoranti, pizzerie, gelaterie e pasticcerie (ma non solo) si ha a cavallo tra gli Anni Settanta e il 2000, quando i consumi, 50 anni fa, valevano in lire gli attuali 20,9 miliardi di euro, per poi toccare, 25 anni fa, quota 51,4 miliardi di euro (+146%) e, infine, stabilizzarsi con l’inizio del nuovo Millennio: tra il 2000 e il 2024, infatti, la crescita reale è stata del 5,5% con il valore dei consumi fuoricasa che, oggi, è arrivato a superare 96 miliardi di euro, confermandosi un mercato di massa. E se negli Anni Settanta il settore era caratterizzato soprattutto da piccole imprese familiari con una presenza territoriale diffusa, oggi, su quell’ossatura, si sono innestate nuove forme di imprenditoria che hanno contribuito a diversificare format commerciali e modelli di servizio. Numeri e riflessioni che arrivano dall’Assemblea 2025 di Fipe-Confcommercio, in questi giorni a Roma, e che festeggia quest’anno 80 anni dalla sua fondazione, con il claim “Impresa, bene comune”. E dove è stato ribadito, tra le altre cose, il ruolo della ristorazione come motore economico e sociale del Paese, capace di generare occupazione, identità locale e valore condiviso: non solo un settore forte economicamente, ma anche centrale nella vita quotidiana e culturale degli italiani, dove il pubblico esercizio rappresenta un presidio di socialità, di incontro e relazione.
Ad intervenire, anche Giuliano Amato, Presidente Emerito della Corte Costituzionale, oltre al presidente di Confcommercio, Giuliano Sangalli, con il presidente Fipe-Confcommercio, Lino Enrico Stoppani: “80 anni di Fipe non rappresentano soltanto la storia di una Federazione, ma la storia viva di un Paese che, attraverso bar, ristoranti e locali, ha costruito socialità, lavoro, identità - ha detto Stoppani - dal 1945 ad oggi abbiamo accompagnato l’Italia nelle sue stagioni più difficili e nelle sue conquiste più importanti. Abbiamo imparato che un pubblico esercizio non è solo un’impresa: è un presidio di comunità, un luogo dove si incontrano le persone, si condividono storie, si generano relazioni e opportunità. Dietro ogni caffè servito, ogni piatto preparato, ogni sorriso offerto, c’è un contributo concreto alla crescita economica e al benessere collettivo. Guardiamo avanti con la consapevolezza che il valore dei pubblici esercizi non si misura solo nei numeri, ma anche nella loro funzione sociale, nella capacità di tenere vive le nostre città, di costruire inclusione, di trasmettere cultura e identità”.

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