02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2025 (175x100)

ROMA O HONG KONG? ALL’ASTA DI GELARDINI & ROMANI, DI SCENA IERI A ROMA, CON I GRANDI CRU D’ITALIA “EN PRIMEUR” E ALCUNI LOTTI DALLA FRANCIA, SONO STATI GLI INVESTITORI ARRIVATI DA CINA ED HONG KONG AD AGGIUDICARSI IL MAGGIOR NUMERO DI LOTTI

I Grand Cru d’Italia “en primeur” e alcuni lotti d’eccezione dalla vicina Francia hanno animato l’ultima asta del 2012 di Geraldini & Romani, di scena ieri a Roma. Ma la location non tragga in inganno, perché anche nella Capitale ad aggiudicarsi la maggior parte dei lotti sono stati gli investitori arrivati dalla Cina e da Hong Kong (dove, nell’ultima asta andata in scena, è stato venduto il 99,2% dei lotti).

Un trend importante e, allo stesso tempo un campanello d’allarme: il mondo delle aste, e in qualche misura quello del vino, dipende sempre più dall’Estremo Oriente, ad una dimensione tale che, anche “giocando in casa”, senza gli investitori asiatici il rischio di andare in perdita è dietro l’angolo. Anche questo, è un effetto della crisi: anche chi non ha grandi problemi economici, in un momento come questo, stringe i cordoni della borsa.

Passando invece ai numeri, l’asta, che ha visto assegnati il 73% dei lotti, ha fruttato un totale di 127.000 euro, mentre il lotto più importante se l’è aggiudicato proprio un’enoteca romana: 48 bottiglie di Masseto 2010 battute a 22.000 euro (+82% sulla base d’asta). Ma buone performance le hanno fatte segnare anche Solaia, Tignanello e Pergole Torte, che hanno destato più interesse di Borgogna e Bordeaux, tra i quali spiccano i lotti di 3 La Tâche 2001 e di 3 Château d’Yquem 2001, entrambi a 3.495 euro.

Copyright © 2000/2025


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025

Altri articoli