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Rosati in confortante crescita (+25% negli ultimi tre anni) e valore di mercato a 1,5 miliardi di euro. Sono i numeri di un successo che introducono in Puglia “Roséxpo” e in Lombardia “Italia in Rosa”, kermesse “rosate” in giugno

Italia
Rosati in confortante crescita e valore di mercato a 1,5 miliardi di euro

Da nord a sud per assaggiare e parlare di vini rosati: a Lecce (3-5 giugno), “Roséxpo” 2016, il salone internazionale dei vini rosati in terra di Puglia, e, in Lombardia (10-12 giugno), arriva “Italia in Rosa” a Moniga sul Garda, sulla riva bresciana del Lago di Garda, dove oltre ad assaggiare le migliori produzioni nazionali ed estere, si farà anche il punto su un fenomeno sempre più di successo, in maniera che 10 anni fa in pochi avrebbero immaginato.
La vendemmia 2015, dovrebbe aver offerto, nel complesso, una produzione di vino rosato in Italia superiore a 2,2 milioni di ettolitri con una crescita del 25% nell’ultimo triennio e un valore di mercato di 1,5 miliardi di euro (dati previsionali Assoenologi, che stabilisce anche il valore medio del prodotto a bottiglia in 3 euro, con punte di 5 euro per i prodotti di fascia alta e anche 10 euro per gli spumanti metodo classico).
Pur non esistendo dati ufficiali sui vini rosati (in quanto rientrano nel più ampio gruppo “vini rossi e rosati”) le stime confermano che questa specifica tipologia rappresenta il 5% della produzione totale di vino in Italia, con un trend di crescita che si consolida annualmente e sorride soprattutto ai territori che ne producono maggiormente. Puglia, Abruzzo e Veneto sono le regioni leader nella produzione di vini rosati, con la Puglia - unica regione ad avere una specifica Docg di vino rosato (Castel del Monte Bombino Nero) - che rappresenta la culla di questo prodotto con la percentuale maggiore di produzione e con la tipologia “rosato” che compare in ben quattordici Denominazioni di origine e in sei Indicazioni geografiche.
Numeri confortanti che accompagneranno “Roséxpo” 2016 (www.rosexpo.it), edizione n. 3, il salone internazionale dei vini rosati, la kermesse leccese che, per tre giorni, trasforma il Salento nella terra d’elezione universale per questo prodotto in decisa crescita. Non solo le oltre 150 etichette italiane e 46 straniere, dalla Turchia al Cile, come protagoniste, ma anche la riflessione offerta dal convegno “Il valore del vino rosato” (3 giugno, a Lecce).
“Roséexpo nasce con l’intento di valorizzare i vini rosati - spiega Ilaria Donateo, presidente di deGusto, l’associazione di produttori di Negroamaro che ha ideato l’iniziativa - partendo dall’esperienza del Salento e promuovendo il confronto con altri vitigni e terroir provenienti dall’Italia e dall’estero”. La tre giorni leccese sarà scandita, evidentemente, anche da importanti degustazioni: da quella intitolata il “Cerasuolo d’Abruzzo a confronto: Emidio Pepe e Cataldi Madonna” (sabato 4 giugno) a quella intitolata “Una finestra sui rosati del mondo” (domenica 5 giugno) per scoprire i “segreti” dei rosati del resto del mondo, fino alla presentazione del libro “Tutta colpa di un Ruinart Rosè” di Francesca Negri.
“Quest’anno abbiamo deciso di coinvolgere giornalisti di testate nazionali e di guide di vino - afferma Donateo - perché abbiamo ben chiaro l’obbiettivo di voler valorizzare il nostro territorio attraverso una narrazione che abbia come filo conduttore la storia della viticoltura salentina”.
Poi sarà la volta, in Lombardia (10-12 giugno), arriva “Italia in Rosa” a Moniga sul Garda (www.italiainrosa.it), sulla riva bresciana del Lago di Garda, e tra i banchi d’assaggio di Chiaretto, Rosati e Rosé, con la partecipazione di aziende del calibro di Santa Margherita, Leone de Castris e Poggio al Tesoro, solo per citarne alcune, anche un convegno su “Il futuro del Rosé: numeri e dimensioni di un mercato in forte espansione”. Nelle tre giornate anche uno sguardo più allargato ai rosati con la degustazione “Côtes-de-Provence” introdotta da Michel Couderc del Conseil Interprofessionnel des Vins de Provence (10 giugno), “Puglia in Rosé” introdotta da Lucia Nettis responsabile Associazione Puglia in Rosé (11 giguno) e “I rosati dei Vignaioli Veneti” (12 giguno).
Oggi, nel mondo, si producono in media 24 milioni di ettolitri di vino rosato all’anno (secondo una rilevazione dell’Oiv 2014), per una quota del 9% sulla produzione complessiva. La Francia è al primo posto sia per produzione (7,6 milioni di ettolitri) che per consumi (8,1 milioni di ettolitri), seguita da Spagna, Usa e Italia, che produce 2,5 milioni di ettolitri di rosato ogni anno e ne consuma 1,3.
Esistono ancora dei pregiudizi totalmente falsi sui vini rosati. Il più clamoroso è la convinzione, ancora presente in molti consumatori, che i rosati siano prodotti miscelando vini bianchi e rossi. la produzione dei vini rosati ottenuti dalla miscelazione di vini bianchi e vini rossi è una pratica vietata per legge in tutti i paesi vinicoli del mondo. Gli unici vini rosati che possono essere prodotti in questo modo sono i vini base utilizzati per la produzione di spumanti, come lo Champagne e il Franciacorta. I vini rosati sono creati mediante tecniche specifiche e con l’intento dichiarato di produrre un vino dal colore rosa e pertanto non devono essere considerati come vini di incerta classificazione. La produzione di questo tipo di vini è testimoniata dalle tradizioni di molte zone vinicole del mondo, dove il vino rosato ha sempre avuto una sua dignità e un suo significato, come per esempio la Provenza Francese, la Puglia e l’Abruzzo con il suo Montepulciano d’Abruzzo.
Eppure i vini rosati possono offrire un’invidiabile versatilità anche a tavola e consentono abbinamenti estremamente bilanciati e interessanti. In questo senso i vini rosati ricoprono una posizione assolutamente propria e definita nel panorama dei vini, sicuramente in una posizione che né i bianchi né i rossi possono occupare, e pertanto con una propria identità. I vini rosati rappresentano un mondo a parte in tutti i sensi, dal modo in cui sono prodotti fino alle loro qualità organolettiche. La produzione dei rosati inizia come per i vini rossi e prosegue come per i vini bianchi, una risultato che si esprime ogni volta che si versano in un calice: il colore ricorda un vino rosso tuttavia si servono come un vino bianco.

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