Per quattro giorni Torino è stata la capitale europea del vino. L’edizione n. 2 del Salone del Vino è stata da record: “incrementi a doppia cifra per tutte le voci del Salone: + 25% le cantine che hanno esposto (1.175), + 40% la superficie espositiva, 37.702 il numero definitivo dei visitatori: 31.089 operatori professionali, 757 operatori professionali esteri e 5.856 ospiti delle cantine; significativo anche il dato dei giornalisti accreditati: 592 tra italiani ed esteri, a conferma della forte capacità di attrazione che il Salone del Vino esercita sui media” spiega in una nota stampa il vertice di Lingotto Fiere. Il patron Alfredo Cazzola ha dichiarato a WineNews: “il Salone del Vino ha incontrato le esigenze del mercato e gli obiettivi delle aziende. Del resto ho colto un consenso unanime per il ruolo che questo Salone, riservato esclusivamente agli operatori professionali ha assunto. Non dimentichiamo, però, che siamo solo alla edizione n. 2 e quindi ancora in fase di lancio, il nostro obiettivo è quello di consolidare i risultati raggiunti e di continuare ad operare in stretta partnership con le cantine italiane, le prime artefici del successo del vino e, di conseguenza, del Salone”. Lingotto Fiere, forte anche dei risultati, è già al lavoro per il 2003: il Salone è già in calendario a Torino, dal 14 al 17 novembre.
Salone del Vino: la cronaca in sintesi
Nella “quattro giorni” (22/25 novembre) sono stati affrontati argomenti di grande attualità per il mondo del vino, ci sono state degustazioni di altissimo livello, si sono tenuti workshop e corsi di aggiornamento professionale, si è “fatto” il mercato del vino. Tre gli atout del Salone (1.175 cantine espositrici, ma con la partecipazione di tutti i protagonisti del mondo del vino italiano): il rapporto tra “vino & finanza” in un convegno al quale hanno preso parte manager della finanza e vignaioli di altissimo livello (il futuro economico del comparto sarà nelle concentrazioni e si è scoperto che il vino rende più della Borsa); il rapporto tra “vino & gusto” con una conferenza evento dei due cuochi del secolo Fredy Girardet e Joel Robuchon (necessario un ritorno alla cucina delle tradizioni con il massimo rispetto della materia prima contro la confusione della cucina fusion), che hanno decretato come in cucina non può esserci futuro senza passato. Ma il Salone del Vino ha tracciato anche gli orizzonti futuri del consumo di vino nella “sezione” “vino & tendenza” in un convegno che ha visto allineati alcuni dei maggiori produttori italiani per una sorta di “processo al gusto internazionale”, dove è emerso un forte richiamo alla territorialità, alla valorizzazione dei vitigni autoctoni, al rispetto della tradizione per imporre sui mercati un italian style del vino. Quindi, l’indagine dell’Osservatorio del Salone del Vino (istituto no profit di Promotor International che, per un anno, mensilmente ha monitorato gli andamenti del mercato) è servita a raccontare il rapporto degli italiani con il vino. E si è scoperto che il 44% delle famiglie italiane lo consuma abitualmente e che la stragrande maggioranza non vuole spendere sopra i 6 euro per una bottiglia. Ma anche dal forum di presentazione del libro del giornalista de “Il Sole 24 Ore” Nicola Dante Basile “Profumo di vino, storie di uomini, di imprese, di mercati” (da cui emerge anche lo stato di debolezza delle viticolture dei Paesi tradizionali di fronte alla sfida sempre meglio organizzata e potente dei nuovi Paesi produttori di vino), è arrivato un importante segnale: dal 2003, Italia e Francia potrebbero essere “alleate” per rilanciare l’immagine del proprio vino nel mondo. Un dato sul quale i produttori hanno iniziato a riflettere.
Il Salone del Vino è stato la passerella per le più autorevoli guide, presentate in anteprima: quella di Luca Maroni, quelle di Luigi Veronelli, quella di Hugh Johnson e quella dedicata da Gambero Rosso agli spumanti italiani (al Lingotto Fiere, per quattro i giorni, anche con il teatro della cucina e il set di Gambero Rosso Channel). Degustazioni di altissimo livello anche quelle dei 500 vini di Luca Maroni, i cento migliori dalla A alla Z di Bibenda-Ais Roma, le verticali di Supertuscan e delle Doc toscane organizzate dai Consorzi e Camera di Commercio di Siena, appuntamenti con i grandi vini del Piemonte, con gli spumanti e gli Champagne, con gli châteaux francesi. Davvero un’esplorazione a 360° del mondo del vino, grazie anche alle partnership autorevoli che Lingotto Fiere ha stretto con le più importanti istituzioni del mondo del vino (dall’Unione Italiana Vini al Ministero per le Politiche agricole, dalla Confagricoltura all’Enoteca Italiana, dall’Ais di Roma all’Enoteca del Piemonte e al Movimento Turismo del Vino). Insomma, tutti i protagonisti - dai migliori produttori alle più alte cariche istituzionali, dai più celebri winemaker ai critici internazionali, dai buyers agli importatori dei principali mercati - sono passati, in quattro giorni, da Torino.
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