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“SALVAGUARDARE IL MODELLO EUROPEO”: COSI’ LA CONFAGRICOLTURA IN AUDIZIONE ALLA CAMERA SULLA RIFORMA DELL’OCM VINO

“Il settore vitivinicolo europeo è emblema indiscutibile di tradizione e qualità ed è ricco di imprenditori con un patrimonio ragguardevole di competenze che deve essere valorizzato. E’ su queste caratteristiche che bisogna basarsi per la riflessione sulla riorganizzazione normativa del comparto”. E’ il pensiero espresso da Confagricoltura nell’audizione in Commissione Agricoltura della Camera sulla prossima riforma dell’Ocm vino. “La proposta della Commissione europea - ribadisce Confagricoltura - appare, invece, inadeguata e riduttiva. Bruxelles vuole comprimere l’offerta senza programmi innovativi di riqualificazione del prodotto, né di promozione del consumo”. La Commissione, nella sua comunicazione, parte da una posizione di difesa: espone le problematiche, delinea gli obiettivi, ma non propone misure risolutive per il settore.
L’organizzazione degli imprenditori agricoli, in dettaglio, ritiene che il potenziale produttivo, sia con riferimento alla proposta di estirpazione, sia di liberalizzazione dei diritti di impianto, debba essere opportunamente gestito dagli Stati membri. L’estirpazione dovrebbe sottostare a vincoli di opportunità economica e sociale e non essere usata in maniera indifferenziata per ridurre, senza efficaci risultati, le eccedenze. L’attuale sistema dei diritti di impianto dovrebbe essere mantenuto, rendendo allo stesso tempo più flessibile la possibilità di trasferimento.
Un’attenzione particolare è dedicata anche alle politiche di qualità e di etichettatura proposte dalla Commissione. Bruxelles - ricorda Confagricoltura - vorrebbe semplificare la classificazione vigente nei vini, accorpando le Igt ai Vqprd, e creando due sole categorie. Proponendo, tra l’altro, la possibilità di riportare in etichetta vitigno ed annata per i vini da tavola.
“E’ una politica - dice Confagricoltura - che non avvantaggia la nostra offerta e può generare confusione nei consumatori. L’Unione europea dovrebbe avere il coraggio di imporre a livello internazionale il proprio modello produttivo, basato sulla tradizione e sul legame con il territorio, senza svilire le produzioni di maggior pregio. E ciò dovrebbe essere attuato anche con un’adeguata valorizzazione della peculiarità dei propri prodotti in etichetta. E’ indispensabile, a parere di Confagricoltura, che l’Ocm contempli strumenti attivi per la promozione del consumo propulsivi per la performance competitiva del vino sul mercato interno ed all’estero.

Focus - Il mondo del vino in cifre …
Questi indicatori statistici per il settore vitivinicolo italiano (fonte: Osservatorio vitivinicolo Confagricoltura su dati Istat, Inea, Ismea)
Produzione agricola a prezzi di base su totale (2005): 7,1 %
Superficie vitata - uva da vino (2005): 764.291 ettari
Dimensione media aziendale (2000): 0,64 ettari
Consumo procapite di vino (2004): 49,8 litri
Volume produzione vini doc-docg ( 2004): 13.903.000 ettolitri
Impiego di manodopera in viticoltura in gg: 50.902.807 gg
Valore della produzione (prodotti vitivinicoli): 2.290 milioni di euro
Volume produzione ( stime settembre 2006): 51.215.282 ettolitri
Dimensione media aziendale con uva doc docg (2000): 2,15 ettari
Struttura dei consumi (% vino sulla spesa alimentare): +5,5%
Numero di docg e doc riconosciute al 31 dicembre 2005 e differenza dal 2000: 34 docg (+ 14) e 313 doc (+17)
Fatturato dell’industria vinicola (incluse le cooperative e le filiere corte) e % sul totale alimentare: 7.700 milioni di euro, 7,2%

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