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SCENDE IN ITALIA IL CONSUMO DI ALCOL: OCCORRE PERO' TENERE D'OCCHIO LE NUOVE GENERAZIONI.DATI E TENDENZE IN UN'INDAGINE PROMOSSA DA OSSERVATORIO SU GIOVANI E ALCOL. IL VINO RESTA LA BEVANDA PREFERITA

Buone notizie sull’emergenza alcool, anche se non bisogna abbassare la guardia per le "nicchie" a rischio, secondo la fotografia emersa da due diverse indagini, promosse dall’Osservatorio Permanente su Giovani e Alcool.
Le ricerche, presentate ieri durante il convegno " Alcool e società, un rapporto in evoluzione" dimostrano che negli ultimi trent’anni nel nostro Paese il consumo di alcool (e di vino in particolare) si è praticamente dimezzato: ammontava a ben 12,4 litri di alcool puro nel 1977, mentre progressivamente siamo scesi a 9,1 nel 1991, per arrivare a 6,9 litri nel 2005.
Se i consumi calano, comunque, si registra un allargamento della platea dei consumatori: infatti, oggi l’81% degli italiani beve alcolici, rispetto al 74% del 1993. Per consumatore, sempre secondo l’Osservatorio, si intende chi ha bevuto un alcolico negli ultimi tre mesi. I bevitori regolari sono circa il 67%, il 13% invece sono occasionali mentre il 20% della popolazione, cioè circa 10 milioni di persone, non beve proprio.
E i consumatori devono essere considerati a rischio quando superano i sei bicchieri al giorno. Cosa si beve? Negli ultimi tre mesi, ancora secondo l’indagine, il 69% degli intervistati ha bevuto vino, il 56% birra, il 34% alcoolici e digestivi, il 25% superalcolici, il 9% altre bevande. Un altro dato confortante riguarda gli attuali quarantenni, che se in gioventù sono stati più "bevitori", con abusi frequenti fuori dai pasti e fuori casa, secondo un modello di consumo nord-europeo, oggi invece hanno ripreso a bere in modo più "sano", come facevano i loro genitori.
Ma, come detto, nicchie problematiche continuano a segnalare un rischio alcolismo per i giovanissimi. Nella fascia di età tra i 13 e i 24 anni, infatti, i consumatori regolari sono il 67,3% del totale. L’area del consumo occasionale si riduce per il vino, che è il 36% insieme agli aperitivi e ai digestivi, mentre prevale quello della birra (57,3%) e dei superalcolici (23%). E a preoccupare sono soprattutto le fasce di abuso. Il 10% dei ragazzi tra i 13 e i 24 dichiara infatti di aver vissuto episodi di binge drinking, cioè di consumo di almeno cinque bevande alcoliche nel giro di due ore, lontano dai pasti. E il 17,6% della popolazione giovanile ha ammesso la cosa più pericolosa: cioè, di aver guidato in situazioni a rischio.
In che modo si può fronteggiare la situazione? Consiglia Umberto Veronesi, presidente dell’Osservatorio: «spingendo i giovani verso lo sport, che può allontanarli dai rischi, o anche a fare viaggi, trekking e frequentare una scuola interessante e divertente. Bisogna spostare, cioè, i loro interessi su altri valori».

La posizione - Un bicchiere di vino contro l'alcolismo
- Sulle tavole degli italiani il vino non manca quasi mai e non solo quando è festa. Un approccio che, a differenza di quanto si potrebbe pensare, aiuta il consumo consapevole degli alcolici e limita quello finalizzato alla sbornia;
- Si conferma nel nostro Paese l'esistenza del cosiddetto "modello mediterraneo del bere", una sorta di autolimitazione dell'alzata di gomito che qualcuno ha definito come il "mistero italiano";
- A rivelarlo è la ricerca promossa dall'Osservatorio Permanente sui Giovani e l'Alcool che sottolinea l'esistenza di un meccanismo di autoregolazione.

Fonte: Adnkronos

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