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SE IL BUON GIORNO SI VEDE DAL MATTINO, IL PRIMO QUADRIMESTRE DEL 2013, PER I VINI DI BORGOGNA È SENZ’ALTRO UN BUON RISVEGLIO DAL TORPORE DELLA CRISI: EXPORT E CONSUMI INTERNI IN CRESCITA IN VOLUMI E VALORI, GRAZIE AI VINI A DENOMINAZIONE

Se il buon giorno si vede dal mattino, il primo quadrimestre del 2013, per i vini di Borgogna è senz’altro un buon risveglio dal torpore della crisi: come raccontano i dati del Bureau Interprofessionnel des Vins de Bourgogne (Bivb), tra gennaio ed aprile l’export ha toccato i 214,5 milioni di euro, tornando così sui livelli del 2008/2009. Merito, secondo quanto raccontato dal vice presidente del Bivb, Michel Baldassini, al magazine “La Vigne”, delle ultime vendemmie, quantitativamente sotto la media, che quindi hanno messo pressione agli stock fermi in cantina. Così, ad esempio, i rossi di Borgogna, che avevano subito un calo della produzione del 13%, tornano a crescere sui mercati stranieri (+4,3%in volume e +0,7% in valore), specie negli Stati Uniti, anche se la performance migliore è quella “casalinga”: in Francia, infatti, la crescita è nell’ordine del 5% sui volumi e del 6% in valore.

Ma la ventata positiva non riguarda tutti, visto il calo del 2,4% delle vendite di Crémant de Bourgogne e del 19% di vino sfuso, che però si spiega con il calo enorme della produzione dopo la magra vendemmia 2012. Proprio il calo della produzione ha portato ad una crescita dei prezzi, per certe denominazioni, mai viste prima: l’Appellation d’Origin Controlée (Aoc) Gevrey Chambertin ha toccato i 1.544 euro a barile (un barile corrisponde a 228 litri, quindi si tratta di un prezzo medio di 6,77 euro per litro, ndr), in crescita del 41% sul 2012; il Pommard è arrivato a costare 1.331 euro a barile (5,83 euro a litro, +64% sul 2012), lo Chablis 499 euro a barile (2,18 euro a litro, +22% sul 2012) ed il classico Borgogna 353 euro a barile (1,54 euro al litro, +30% sul 2012). “Speriamo di tornare a volumi di produzione normali per la prossima vendemmia - mette in guardia Baldassini - o saranno i consumatori a rimetterci”. Anche se, il trend che arriva dall’Asia sembra inarrestabile: “i nostri clienti - spiega al magazine inglese Decanter la wine merchant di Hong Kong Alice Wong - si
Stanno spostando in maniera inarrestabile da Bordeaux alla Borgogna, e non solo sui grandi nomi, ma anche sui piccoli produttori, perché sono questi i vini che la gente vuole bere adesso”.

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