I mercati esteri sono sempre più importanti per il futuro del vino italiano, e per crescere e consolidare la propria posizione le aziende del Belpaese hanno bisogno di moltiplicare i momenti di contatto e confronto con buyers ed importatori di tutto il mondo, specie dei partner più solidi, come la Germania, che per le etichette italiane rappresenta stabilmente il primo o il secondo sbocco commerciale, a seconda delle annate (nel 2012, al secondo posto, con un valore di 950 milioni, mentre al primo ci sono gli Stati Uniti, che “valgono” 1 miliardo di euro), o l’importante mercato del Nord Europa. È il motivo principale dell’interesse, sempre più forte, che l’Italia enoica prova per ProWein (dal 24 al 27 marzo, a Düsseldorf), una delle fiere più “business oriented” del vino.
Tanto che, nella città tedesca, il Belpaese sarà protagonista dentro e fuori, prima e durante la fiera: il 23 marzo, alla “Meininger’s International Wine Conference”, in cui si parlerà di mercato del vino in Germania, on line trading e mercato del vino in Cina, porteranno il proprio contributo Angelo Gaja, icona dell’artigianato vinicolo italiano anche in Germania, e Stevie Kim, managing director Vinitaly International, e conoscitrice del mercato cinese (www.meiningers-conference.com).
I produttori (più di 1.100) saranno protagonisti, invece, nei giorni successivi, in una “ProWein” che sembra parlare italiano. La siciliana Planeta spiega, ad esempio, che “da quando esiste la fiera non l’abbiamo mai saltata - racconta a WineNews, Alessio Planeta - perché ormai è diventata, dopo Vinitaly e Vinexpo, un appuntamento da non perdere, sia perché la Germania è il partner europeo più importante, sia perché Düsseldorf, grazie alla sua posizione, riesce a far da ponte sia con il Nord Europa che con l’Est del Continente, dai Paesi più vicini fino alla Russia”. Saranno 48, invece, i produttori friulani, guidati dall’Ersa - Agenzia regionale per lo sviluppo rurale del Friuli Venezia Giulia, “il triplo del 2012, segno - spiega il direttore Ersa, Mirko Bellini - che ProWein sta diventando sempre più importante, sia perché si incontrano importatori e buyers di tutto il mondo, sia perché è una fiera che cresce anche grazie ad una posizione favorevolissima, al centro delle grandi rotte aeree e commerciali”. La griffe dell’Amarone, la Masi, per la prima volta, avrà un suo “quartier generale”, “perché la mole di incontri ci impone una scelta del genere - dice il marketing manager Raffaele Boscaini - vista la presenza di importatori e buyers dal Nord America e dall’Asia, che fanno di ProWein quello che una volta era la London Wine Fair”.
Ma un appuntamento del genere, come racconta il direttore commerciale del Gruppo Italiano Vini (Giv), Marco Gobbi, “è utile anche in un’ottica diversa, non solo commerciale, che resta, comunque, la prima motivazione, ma anche come momento di confronto e di relazione con realtà simili alla nostra, concorrenti con cui condividere esperienze ed idee”.
Info: www.prowein.de
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