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CAMBIAMENTI DI MERCATO

Se il vino si sceglie anche per il “peso” del suo contenitore. Guardando a qualità e sostenibilità

Le riflessioni di buyer, importatori e distributori d’Italia e Nord America, dalla Slow Wine Fair 2025 a BolognaFiere
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La grammatura ridotta per le bottiglie di vino è sempre più attuale (ph: Michele Purin)

“Passare dall’estrazione delle materie prime alla circolarità, scegliere materiali naturali, biodegradabili, e riciclabili, educare i consumatori, coinvolgere i colleghi e promuovere il cambiamento. Questo è il percorso da seguire nella “Call to Action” dedicata al packaging del vino promossa da Slow Food e Slow Wine Coalition, tema centrale di Slow Wine Fair 2025, all’edizione n. 4 a BolognaFiere, e “faro” per una nuova era del “vino buono, pulito e giusto”, in una fase delicata per il mondo produttivo, nella quale il tema della sostenibilità appare sempre più determinante non solo per una questione ambientale, ma anche per rendere più vicino il prodotto agli occhi delle nuove generazioni, particolarmente sensibili alle tematiche green. E del tema, per rafforzare la campagna lanciata da Slow Wine che invita tutti gli attori della filiera a promuovere l’utilizzo di bottiglie più leggere per mitigare l’impatto ambientale del trasporto del vino, hanno discusso anche buyer e importatori del vino, in “Leggera è meglio: elogio della bottiglia consapevole”, incontro nel quale è stato analizzato se, nella scelta di un vino, siano determinanti anche altri fattori rispetto al vino stesso, come appunto il packaging e il peso delle bottiglie, ed i chilometri percorsi dalle etichette, dalla cantina al tavolo del ristorante. Fattori che riguardano un po’ tutti i mercati, ognuno con le proprie peculiarità. Come hanno raccontato, moderati da Roberto Fiori, giornalista de “La Stampa” e “Il Gusto”, Stephanie Guth, portfolio manager The Living Wine, importatore di vino bio, naturale e biodinamico in Canada, Gianpaolo Giacobbo, direttore commerciale Arkè, realtà che da anni si occupa della distribuzione di vini naturali, Antonio Prati, buyer director Tannico, uno dei principali store online di vino, e Iacopo Di Teodoro, importatore che opera negli Stati Uniti, partner di Artisanal Cellars e Lucidity Wine Merchant.
L’importanza del peso della bottiglia, da rendere più leggera, è qualcosa di riconosciuto e per cui c’è consapevolezza (si stima che il vetro impatti dal 30% al 70% nell’impronta carbonica della filiera del vino), ma se il percorso è iniziato ci sono ancora tante tappe da affrontare per raggiungere la meta. Ma il mercato e i consumatori hanno dato le prime risposte, segnali che vanno saputi interpretare alla luce anche del ricambio generazionale. “In Canada - ha spiegato Stephanie Guth - per i consumatori non c’è vino a basso costo, non esiste al supermercato una bottiglia che costa 5 euro come in Italia. I motivi sono tanti, c’è il monopolio ad esempio, il consumatore vuole spendere poco per il vino ed avere un packaging bello, ma la situazione economica difficile ha portato ad avere poche varietà tra cui scegliere. La gente è sensibile al “green washing”, e noi dobbiamo aiutare il consumatore. C’è un programma per le bottiglie più leggere, da 420 grammi, che permette di risparmiare un peso di 6 milioni di chilogrammi all’anno. Noto un successo crescente, pur essendo un mercato piccolo, dei vini in lattina, adatto ai prodotti di pronta beva. Le persone bevono meno, c’è questo nuovo trend, e al ristorante si chiedono i calici ed una lattina da 200 ml è comoda da portare al parco”.
Per Gianpaolo Giacobbo, “non possiamo parlare ancora di un mercato che sia consapevole e non bisogna pensare ad un “claim”, ma a qualcosa che sia un obiettivo per il futuro. Dico che va bene parlare del contenitore, ma serve parlare soprattutto del contenuto. La bella notizia è che abbiamo una nuova generazione consapevole, la cattiva è che quella vecchia non libera spazio ed è priva di idee visionarie quando c’è, invece, la necessità di sognare. Noi mettiamo al centro la sostenibilità sociale, chiediamo di usare bottiglie più leggere, ad esempio. E poi attenzione a non cadere nel tranello del “green washing”, il nostro ruolo deve essere quello di garanti. Anche sul prezzo preferisco piuttosto parlare di valore, per il futuro bisogna spingere sulla consapevolezza che un vino che abbia significato deve essere autentico. E un minino di ridimensionamento produttivo può rivelarsi importante”.
Iacopo Di Teodoro ha evidenziato che “non è il peso della bottiglia che rende un vino più importante: se lo Champagne guarda a bottiglie più leggere possono farlo tutti. Magari sull’etichetta servirebbe anche dichiarare la grammatura della bottiglia come nuovo strumento di comunicazione. Il consumatore Usa è più indietro perché non c’è mai stata una comunicazione precisa sul packaging. Tra l’altro, riguardo al contenitore, qui non si può bere in strada e si è riscontrato una certa crescita dell’acquisto delle lattine, soprattutto in estate, da portare in spiaggia”.
Antonio Prati ha ricordato che “online è il luogo dove tutti vanno ad informarsi, il nostro cliente è mediamente informato. Negli ultimi cinque anni c’è stata un’evoluzione del packaging delle bottiglie anche da parte di grandi nomi. Il peso, il materiale delle bottiglie e la logistica sono aspetti tenuti in considerazione, e, per noi che guardiamo anche all’ultimo miglio, se la bottiglia è più leggera è più conveniente. Ma la cosa più importante, per me, è la trasversalità su questo tema che ci deve essere dalla vigna alla consegna”.

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