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SE IN EUROPA I CONSUMI DI VINO CONTINUANO A SEGUIRE L’INESORABILE TREND NEGATIVO, IN USA SI “FESTEGGIANO” I 20 ANNI CONSECUTIVI DI CRESCITA. NEL 2013, 36,3 MILIARDI DI DOLLARI IN VINO, ASPETTANDO IL BOOM DELLE NUOVE GENERAZION

Se nella Vecchia Europa i consumi di vino continuano a seguire l’inesorabile trend negativo imboccato ormai da anni, in Usa si “festeggiano” i 20 anni consecutivi di crescita. Un ventennio, compreso tra il 1993 ed il 2013, durante il quale gli acquisti enoici dei wine lovers americani sono praticamente raddoppiati, toccando i 3.380 milioni di ettolitri dello scorso anno, con un aumento del 3% in volume e del 5% in valore sul 2012, secondo la rappresentanza californiana del “The Wine Institute”. Gli americani, nel 2013, hanno speso nell’acquisto di vino al dettaglio qualcosa come 36,3 miliardi di dollari, molti dei quali, evidentemente, per le milioni di bottiglie che ogni anno arrivano in Usa dal Belpaese, partner d’eccezione, con un import a stelle e strisce che, per i nostri produttori, è valso 1,07 miliardi di euro (+7,1% sul 2012), per 2,95 milioni di ettolitri (secondo i dati Ismea). Mediamente, la spesa media per bottiglia è stata di 8,06 dollari, tenendo conto anche del vino venduto in bag in box ed in “boccioni” da 5 litri e, dopo un 2012 in recessione (per la prima volta dal 2001), anche la California è tornata a ruggire, con una crescita del 3% in volume e del 4% in valore, ribadendo un primato importante in un Paese storicamente importatore, dove il vino di casa rappresenta comunque il 57% delle vendite in volume, e il 64% in valore, segno che il vigneto americano gode di ottima salute, come dimostra anche il grande successo commerciale che sta riscuotendo l’attesissima annata 2012. Tra i vini più bevuti, resiste al primo posto lo Chardonnay, che rappresenta il 20% degli acquisti totali, seguito, secondo i dati Nielsen, da Cabernet Sauvignon (13%) e Merlot (9%), ma godono di grande fama anche Moscato e Malbec, insieme a tanti altri: prova ne è che il Tax & Trade Bureau americano ha approvato circa 99.000 nuove etichette di vino, quasi tutte dall’estero. Perché gli Usa continuano a fare gola, ed i consumi medi mostrano ancora ampi margini di miglioramenti, specie se la generazione dei Millenials, una volta prese le redini della società, prenderanno anche quelle del buon bere, ancora appannaggio di un pubblico per lo più femminile e maturo.

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