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Se in Italia e Francia calano i consumi, e la Cina frena bruscamente, è in Russia che il vino continua a crescere. Specie nelle abitudini di tutti i giorni, come racconta il report “Russia Wine Market Landscape Report 2014” by “Wine Intelligence”

Con i consumi in calo da decenni in Italia ed in Francia, e la frenata pericolosa della Cina, il mondo del vino guarda con qualche apprensione al proprio futuro, ma al di là di mercati consolidati come Gran Bretagna, Stati Uniti e Germania, ce n’è uno, potenzialmente enorme, in costante e solida ascesa: la Russia. Secondo l’ultimo rapporto di “Wine Intelligence” (www.wineintelligence.com), “Russia Wine Market Landscape Report 2014”, che ha studiato i comportamenti dei winelovers di Mosca e San Pietroburgo, un mercato di circa 6 milioni di consumatori, i russi sono sempre più attratti dai vini importati e frizzanti, a scapito delle due bevande tradizionali, vodka e birra.
I risultati, confrontati con quelli del 2012, sono a dir poco confortanti: nel volgere di soli 2 anni, ad esempio, la percentuale di chi beve vini importati almeno due volte alla settimana è passata dal 29% del 2012 al 40% di oggi e, se prima il 62% dei consumatori trovava che il vino fosse troppo caro, adesso sono solo il 51% a pensarla così. Tra i più popolari, i vini fermi più leggeri e dolci, con i rosati ed il moscato che fanno passi avanti significativi in termini di popolarità, mentre gli spumanti continuano a crescere, tanto che negli ultimi 5 anni la quota di bollicine importate da Mosca è addirittura raddoppiata.
“Il mercato del vino russo - spiega Richard Halstead, Chief Operating Officer di Wine Intelligence - presenta molte sfide per i proprietari dei grandi marchi del vino, ma è chiaro che il mercato sta diventando sempre più interessante dal punto di vista del consumatore. I dati suggeriscono un interesse crescente per i vini più leggeri e fruttati, in particolare gli spumanti, secondo un modello piuttosto coerente simile in altri nuovi mercati”.

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