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SE L’ITALIA È IL REGNO DELLA PICCOLA E MEDIA IMPRESA, IL VINO NON FA ECCEZIONE ED È, ANZI, UNO DEI SETTORI DOVE È PIÙ DIFFUSA LA FORMULA DELL’IMPRESA FAMILIARE. ECCO LE 10 REGOLE D’ORO PER IL PASSAGGIO GENERAZIONALE, FIRMATE DALL’“ASCRI”

Se l’Italia è il regno della piccola e media impresa, il vino non fa eccezione ed è, anzi, uno dei settori dove oltre alle dimensioni ridotte, è più diffusa la formula dell’impresa familiare. Un punto di forza, sotto certi aspetti, come il legame con il prodotto che rende tante storie del vino italiano uniche ed affascinanti, ma anche un fattore di rischio, se si pensa che, in generale, secondo dati Infocamere, solo il 31% delle imprese familiari riesce a passare alla seconda generazione e solo il 15% alla terza. E le problematiche legate specificamente al passaggio generazionale saranno al centro del “Convegno Annuale Ascri” (Associazione Studio Prevenzione Crisi di Impresa, www.ascri.it, il 12 aprile a Baveno (Verbania). Che, intanto, ha stilato le “10 regole d’oro per il passaggio generazionale delle imprese familiari”:
1 - La costituzione per tempo di un Patto Legale della famiglia scritto che stabilisca le regole legali: dalla gestione di potenziali conflitti alle retribuzioni dei membri di famigli impegnati nell’impresa.
2 - Il Patto della famiglia dovrà altresì stabilire le regole fiscali: all’erogazione dei dividendi; dalla creazione di Holding familiari all’eventuale istituzione di Trust, Fondazioni e così via.
3 - Non utilizzare i denari dell’azienda “a leva” per eventuali liquidazioni ai soci o ai familiari
4 - Complementare al Patto la stipula, a tempo debito, di strumenti assicurativi che garantiscano un sostegno finanziario nel momento del passaggio generazionale, in caso di liquidazioni, vendita o cessione di quote societarie, e così via.
5 - La nomina di un manager che accompagni la transizione: possibilmente una figura non aziendale competente, senza pregiudizi e con una visione strategica (a meno che non esista in azienda un manager dotato di know how, ma privo di interessi personali, indipendente e senza pregiudizi).
6 - Per le piccole imprese, il commercialista storico può avere un ruolo rilevante.
7 - L’imperativo di evitare l’indebitamento dell’azienda per eventuali liquidazioni di soci membri della famiglia o, peggio, la frammentazione della proprietà dell’azienda.
8 - La salvaguardia dei posti di lavoro per i dipendenti strategici è importante per il futuro dell’impresa, che è un insieme di persone.
9 - Le banche, attente all’indebitamento dell’azienda, devono saper ideare sistemi di finanziamento che non pregiudichino l’attività aziendale.
10 - Non scartare aprioristicamente l’idea di appoggiarsi ad un “fondo” qualora non si individui un passaggio generazionale in grado di cavalcare la crescita.

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