Se la Francia del vino vive con un po’ di apprensione, dovuta alla situazione climatica, gli ultimi sgoccioli della vendemmia 2013, si può rasserenare con i “frutti economici” dell’annata 2012: l’export, secondo i dati ufficiali della Direzione Generale delle Dogane, ha fruttato 5,6 miliardi di euro, escluso lo Champagne. Che, secondo i dati del Comité Champagne, ha spedito bottiglie per un volume d’affari di 4,37 miliardi di euro. Con l’enologia transalpina che ha sfiorato, così, il valore di 10 miliardi di euro complessivi.
Un risultato importante, frutto di una crescita in valore del 9% all’anno, in media, tra il 2009 e il 2012, “grazie al dinamismo dei vini di alta qualità, quelli il cui prezzo al litro è superiore ai 20 euro a bottiglia - spiegano dalla dogana - che rappresentano oltre la metà della crescita. Segmento i cui le vendite sono state favorite non sol da Cina e Hong Kong, ma anche da Regno Unito e Stati Uniti”.
L’Europa rimane il mercato n. 1 per il vino di Francia, dato che assorbe la metà dell’export totale, ma i tassi di crescita maggiori ovviamente, sono quelli dell’Asia, cresciuta, in media, del 30% all’anno tra il 2009 e il 2012, (contro il 6% dell’Europa).
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