L’Italia del vino è, senza dubbio, una delle grandi potenze mondiali del settore. Leader nelle esportazioni in tanti mercati strategici, dagli Usa alla Germania, per citarne solo un paio. Con un valore dell’export pari a più di 5 miliardi di euro, e seconda (seppur quasi la metà, a dire il vero) solo alla Francia. Potrebbe suonare strano, dunque, che tra i primi 100 brand del beverage mondiale, dove dominano i whisky, ma dove ben 23 brand appartengono al mondo del vino, ci sia solo un marchio enoico italiano, quello della “Martini Sparkling Wine” (del gruppo Bacardi-Martini), peraltro alla posizione n. 89.
Oppure, è solo una logica conseguenza del tessuto produttivo del vino del Belpaese, fatto per la grandissima maggioranza di piccole e medie imprese, dove la superficie vitata dell’azienda media è poco più di 3 ettari, con produzioni spesso al di sotto del milione di bottiglie, e dove anche le realtà più grandi, a livello di volumi, raramente reggono il confronto con in colossi americani, francesi e non solo. È una delle letture possibile della “The Power 100”, la classifica dei brand del wine & beverage più affermati nel mondo, realizzata da Intangible Business, studio inglese tra i più importanti nel settore della “brand valutation” e consulenze strategiche. Una classifica, va detto, affidata alla valutazione (con voti da 1 a 10) di parametri come il market share, la crescita del brand negli ultimi 10 anni, il posizionamento di prezzo, il numero dei mercati in cui ha una presenza significativa, ma non solo, da parte del management di Intagible Business e di un panel di esperti del settore, da Donard Ganynor, di Beam Global Spirits & Wine, a Lou Applebaum, di Constellation Brands, da Malcolm Davis, di Duval-Leroy Champagne, a Patrick Schmitt di “The Drink Business”. Nella “top 10” assoluta, a dire il vero, non c’è neanche un brand enoico: la lista recita, nell’ordine, Johnnie Walker, Smirnoff, Bacardi, Martini, Hennessy, Jack Daniel’s, Absolut, Captain Morgan, Chivas Regal e Ballantine’s. Per trovare il primo nome vinoso si deve scorrere fino alla posizione n. 16, dove c’è Moët et Chandon, uno dei brand di Champagne del gruppo Lvmh (colosso del beverage che, non a caso, piazza anche Veuve Cliquot al n. 28, e Dom Perignon al n. 70). A seguire, vengono l’americano Gallo, al n. 18, e ancora, sempre dagli Usa, Hardy, di Accolade Wines, al n. 26. Al n. 29 il colosso cileno Concha Y Toro, seguito dal’americano Robert Mondavi (Constellation Brands) al n. 32. Il più celebre dei marchi australiani, Yellowtail, di Casella Winery, è al n. 41, seguito da Sutter Home (Sutter Home Winery, Usa) al n. 44. e da Lindemans (Treasury Wine Estates, Australia) al n. 50.
E ancora, vengono Freixenet (Spagna) al n. 60, Beringer (Treasury Wine Estate, Usa) al 63, Jacob’s Creek (Pernod Ricard, Australia) al n. 65, e Blossom Hill (Diageo, Usa), al 69.
Al n. 79 altro nome celebre dello champagne, Mumm (Pernod Ricard, Francia), seguito dalla spagnola Torres, al n. 84, e dal francese Laurent Perriere al n. 85.
E poi, finalmente, al n. 89, il primo e unico brand italiano, quello di Martini Sparkling Wine, del gruppo Bacardi Martini.
A chiudere la rappresentanza enoica della classifica, ci sono Wolf Blass (Treasury Wine Estates, Australia) al n. 92, Nicolas Feuillatte (Cv-Cnf, Francia) al 94, Piper Heidsieck (Epi, Francia) al n. 98, Kendall Jackson (Jackson Family Wines, Usa) al n. 99, e Inglenook (The Wine Group, Usa) n. 100. A scorrere la lista delle nazionalità, emerge come, a livello di singoli brand, la partita se la giochino Usa, Francia e Australia.
Ma per fortuna del Belpaese, non di “solo brand vive il consumatore di vino”, verrebbe da dire, visto che, come sottolineato, il nettare di Bacco italiano, nel suo complesso tessuto fatto di piccoli artigiani della vigna e della cantina, e da grandi realtà più strutturate, di territori e vitigni che in tanti casi affascinano e conquistano gli appassionati del mondo, vince spesso la partita allo scaffale. Grazie anche ad un “brand collettivo”, che è di tutti e di nessuno, forte nonostante le divisioni, quello del made in Italy.
Info: www.drinkspowerbrands.com
Focus - La top 10 dei brand del beverage
Johnnie Walker (Diageo, Scozia)
Smirnoff (Diageo, Russia)
Bacardi (Bacardi-Martini, Cuba)
Martini (Bacardi-Martini, Italia)
Hennessy (Lvmh, Francia)
Jack Daniel’s (Brown-Forman, Usa)
Absolut (Pernod Ricard, Svezia)
Captain Morgan (Diageo, Repubblica Dominicana)
Chivas Regal (Pernod Ricard, Scozia)
Ballantine’s (Perond Ricard, Scozia)
Focus - I brand del vino in classifica
Moët et Chandon (Lvmh, Francia), 16
Gallo (Usa), 18
Hardys (Accolade Wines, Usa), 26
Veuve Clicquot (Lvmh, Francia), 28
Concha Y Toro (Cile), 29
Robert Mondavi (Constellation Brands, Usa), 32
Yellowtail (Casella Wines, Australia), 41
Sutter Home (Sutter Home Winery, Usa), 44
Lindemans (Treasury Wine Estates, Australia), 50
Freixenet (Spagna), 60
Beringer (Treasury Wine Estate, Usa), 63
Jacob’s Creek (Pernod Ricard, Australia), 65
Blossom Hill (Diageo, Usa), 69
Dom Pérignon (Lvmh, Francia), 70
Mumm (Pernod Ricard, Francia), 79
Torres (Torres Family, Spagna), 84
Laurent Perrier (Francia), 85
Martini Sparkling Wine (Bacardi Martini, Italia), 89
Wolf Blass (Treasury Wine Estates, Australia), 92
Nicolas Feuillatte (Cv-Cnf, Francia), 94
Piper Heidsieck (Epi, Francia), 98
Kendall Jackson (Jackson Family Wines, Usa), 99
Inglenook (The Wine Group, Usa), 100
Focus - I brand Italiani
Martini (Bacardi-Martini), 4
Fernet-Branca (Fratelli Branca), 38
Aperol (Campari), 55
Cinzano Vermouth (Campari), 66
Campari Bitters (Campari), 74
Disaronno (Illva Saronno), 81
Martini Sparkling Wine, (Bacardi-Martini), 89
Ramazzotti Amari (Pernod Ricard), 96
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