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SE PARLARE DI ETICA NEL VINO NON È SOLO DISCUTERE DI RISPETTO DELL’AMBIENTE O NATURALITÀ DEL PRODOTTO: IN SUDAFRICA (PRODUTTORE N. 8 AL MONDO) I CONTADINI HANNO SCIOPERATO PER IL RADDOPPIO DEL SALARIO, 11 DOLLARI AL GIORNO. CON 1 MORTO E 5 FERITI

Italia
Scioperano i lavoratori tra i vigneti del Sudafrica

In tanti, oggi, dicono che, anche nel vino, sull’appeal di un prodotto conti molto l’aspetto etico. E spesso, parlando di etica del vino, si pensa solo a temi, ovviamente importantissimi, come la sostenibilità ambientale della filiera, la “naturalità” del prodotto e così via. Ma anche il tema della “sostenibilità del lavoro” in vigna, non può essere trascurata, anche in una logica di concorrenza globale ad armi pari. Riflessione che deve tornare al centro del dibattito, dopo la notizia degli scioperi andati in scena in Sudafrica, produttore n. 8 al mondo, dove i contadini che lavorano nelle vigne, nella più importante zona di produzione del Paese, la regione di Western Cape, chiedevano il raddoppio del loro salario (11 dollari al giorno) e dove, nel bilancio finale della protesta, secondo fonti di polizia riportate dall’agenzia Afp, ci sarebbe stato un morto (un ragazzo di 28 anni) e 5 feriti. A favore degli scioperanti, si è schierato anche il Ministro dell’Agricoltura del Paese, Palesa Mokomela, che tramite un portavoce ha commentato: “i contadini non hanno condizioni di vita decenti, non anno acqua buona da bere, è un problema fondamentale. La dignità ed i diritti delle persone valgono almeno quanto il profitto che arriva dal mercato e dall’export di vino e uva”. Chiaramente, come sempre in questi casi, non si può fare di tutta l’erba un fascio, e identificare la viticoltura di tutto il Sudafrica come “schiavista” o senza etica. La South Africa’s Wine Industry Ethical Trade Association, per esempio, dopo un’inchiesta della ong Human Rights Watch del 2011, dove venivano denunciate le pessime condizioni dei lavoratori nelle vigne sudafricane, ha lanciato un progetto per spingere i produttori ad investire in standard internazionali sulle prassi lavorative nelle loro aziende. Ma nel grande dibattito sull’etica del vino, in un mercato mondiale con prodotti che arrivano da ogni parte del mondo e dove i diritti delle persone non sono uguali dappertutto, e creano non solo disuguaglianze sociali, ma anche differenze competitive importanti, una riflessione sulle condizioni di chi il vino lo produce concretamente, con il lavoro delle mani ed il sudore della fronte, è quanto meno doverosa.

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