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Shafer Vineyards, cantina icona della Napa Valley, cambia proprietà per 250 milioni di dollari

Dopo la morte del suo fondatore, John Shafer, che ha ridefinito lo stile del “Cab”, il futuro passa per il gruppo sudcoreano Shinsegae

Tra le icone della Napa Valley, spicca il nome di John Shafer, uno di quei personaggi che, all’inizio degli anni Settanta, decise di mollare tutto e reinventarsi vignaiolo in California. Lasciata Chicago, dove aveva lavorato prima come ingegnere e poi nell’editoria, sceglie la Napa Valley, più precisamente i pendii scoscesi ed i suoli di origine vulcanica di Stags Leap, dove aveva ritrovato caratteristiche dei grandi terroir europei. È qui che reimpianta il vecchio vigneto, risalente al 1922, e studia l’interazione tra suolo, clima e vitigno, principalmente il Cabernet Sauvignon. La prima annata in commercio è la 1978, sul mercato nel 1981, ed in poco tempo i vini di Shafer Vineyards - corposi, fruttati, potenti ma equilibrati - ridefiniscono lo stile della Napa Valley, rendendoli riconoscibili e famosi in tutto il mondo.

Nel 2019, a 94 anni, John Shafer passa a miglior vita, lasciando l’azienda nelle mani del figlio, Doug Shafer, che però non ha mai dimostrato di avere intenzione di dare continuità alla storia imprenditoriale e pionieristica del padre. La cessione, così, è diventata inevitabile, e qualche giorno fa Shafer Vineyards è ufficialmente passata di mano. E a sorprendere non è solo il prezzo, esorbitante, di 250 milioni di dollari, ma anche l’acquirente: il gruppo sudcoreano Shinsegae, una delle principali catene di grandi magazzini del Paese asiatico. Che, stando ai dati Oiv, non è neanche tra i primi 22 Paesi al mondo per consumi di vino, pur registrando dal 2019 ad oggi, una crescita delle importazioni assolutamente rilevante: dall’Italia, nei primi 11 mesi 2021, Seoul ha importato 69,8 milioni di euro (+83,2% sul 2020) di vino.

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