Non è certo una novità nel mondo del vino, ma proporla adesso in Italia, può anche essere una buona idea: è l’“Operazione Buta Stupa” (in piemontese bottiglia aperta) contro il caro prezzi del vino: lo inizi al ristorante lo finisci a casa. A questa rivoluzione della “bottiglia stappata”, che parte dal Piemonte, hanno aderito già 50 ristoratori (con diversi nomi di spicco), e prenderà il via ufficiale ad Asti il 18 settembre nel “Caro vino, quanto mi costi”, organizzato per la “Douja d’Or” 2003 e condotto da due giornalisti esperti di enologia, Sergio Miravalle e Roberta Favrin.
La rivoluzione potrebbe cambiare i costumi degli italiani con indubbi vantaggi per il portafoglio e per il rispetto del codice della strada. La bottiglia non finita, se il cliente lo desidera, sarà infatti ritappata, messa in un sacchetto e consegnata al consumatore. Un segno di rispetto e attenzione per il vino e la sua qualità; un segnale antispreco che sarà apprezzato da chi è attento ai costi; ed ora, con le ansie causate dalla patente a punti, anche un rimedio per evitare di incorrere nelle sanzioni del nuovo codice.
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