
Un piatto riesce a raccontare la qualità delle materie prime, il legame con i territori, l’artigianalità e la biodiversità, ma la cucina intercetta anche le tendenze del momento come la crescente attenzione alla sana alimentazione e la scelta di prodotti sostenibili, proprie, peraltro, della Dieta Mediterranea. Una sostenibilità che, ormai, non è più solo ambientale, ma anche sociale, culturale, etica. E attraverso le eccellenze enogastronomiche made in Italy, quello che esportiamo nel mondo è proprio questa cultura italiana della buona tavola che nasce nei territori, che tutti amano e che ci rende unici. Una tavola dove con il cibo c’è sempre stato il vino, e viceversa. Ed è sulla triade cibo-vino-territori come “medium” per raccontarsi al mondo, che, pionieristicamente, ha puntato la Sicilia, dopo aver vissuto un vero e proprio “rinascimento” grazie al vino, aver fatto dei suoi chef gli ambasciatori di prodotti e territori, ed aver legato tutto questo ad una cultura millenaria, forte già di tante contaminazioni che arrivano fino all’arte contemporanea (bellissima e “immutabile” come la definiva Giovanni Verga, con i suoi oltre 100 siti patrimonio italiano e in gran parte Unesco). E raccogliendo i frutti di questo lavoro, che ha visto insieme pubblico e privato, vecchie e nuove generazioni, grandi aziende e piccoli artigiani, e che oggi, sempre di più, vede la collaborazione con importanti nomi del mondo della cultura, di cui, del resto, è stata una “culla” mondiale, ma anche del made in Italy. E li raccoglie anche nell’enoturismo che cresce, facendone una delle mete più desiderate dai turisti, non solo per il vino, e grazie all’ospitalità siciliana che non ha rivali (turisti che la sognano già molto prima, grazie a romanzi come “Il Gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, tra i più letti al mondo, poi capolavoro cinematografico del grande regista neorealista Luchino Visconti, e oggi mini-serie italiana di successo su Netflix, per non parlare dei gialli di Andrea Camilleri, del quale nel 2025 ricorrono i 100 anni dalla nascita, e della fortunata serie tv del Commissario Montalbano). Perché se pensi a questa isola meravigliosa nel cuore del Mediterraneo, “una, nessuna e centomila” per dirla come Luigi Pirandello, la prima cosa che ti viene in mente è proprio questo mix colorato come in un quadro di Renato Guttuso, e come spiegheranno le voci che WineNews raccoglierà (in un video, ndr) nel nostro prossimo viaggio a “Sicilia en Primeur” 2025, l’evento itinerante di Assovini Sicilia, che, guidata da Mariangela Cambria, riunisce oltre 100 tra le cantine più virtuose, e che, nell’edizione n. 21, da domani al 10 maggio, accoglie 100 giornalisti da tutto il mondo con il pay-off “La cultura del vino in Sicilia: una storia millenaria che guarda al futuro”, e nell’anno in cui la Sicilia è la prima “European Region of Gastronomy” 2025 d’Italia.
Merito anche dell’essere un crocevia di paesaggi, popoli e culture, ma anche di climi, dal mediterraneo a quello di montagna, che rende la Sicilia uno dei territori del vino più importanti al mondo, dove la vite si coltiva praticamente ovunque, dal mare al vulcano - con il vigneto siciliano che è il più grande d’Italia con oltre 100.000 ettari (e il primo per superficie biologica, il 30% del totale italiano), da Menfi a Noto, da Marsala a Pantelleria, da Vittoria al “diamante” Etna, tra gli altri - con oltre 70 varietà di vitigni autoctoni - dal Nero d’Avola al Nerello Mascalese, dal Catarratto al Grillo, per citarni solo alcuni - che, accanto agli internazionali, ne fanno un “continente enoico” custode di una tradizione vinicola millenaria che, introdotta dai Fenici, è tra le più antiche al mondo, ma con una continua voglia di innovare. E con i vini bianchi, in particolare, che stanno vivendo un momento importante, tanto che le esportazioni dei bianchi Dop, nel 2024, hanno segnato un +8,9% sul 2023, grazie a mercati come Uk (+37%), Russia (+34%), Germania (+12%), Canada e gli immancabili Usa (+11%), dove anche i rossi, in un contesto di calo complessivo nell’export della tipologia (-2,9% nel 2024), crescono del +6%, così come in Canada (+22%), Russia (+17%) e Paesi Bassi (dati “Osservatorio sulla competitività delle Regioni del Vino - Sicilia”, di Nomisma Wine Monitor e UniCredit). E, proprio negli States, la Sicilia è tra le regioni italiane più conosciute e visitate dagli americani, grazie anche alla qualità dei suoi vini, con la percentuale di consumatori che aumenta tra coloro che hanno visitato l’Italia negli ultimi cinque anni, apprezzano la cucina italiana, sono Millennials (29-44 anni), wine lovers (buoni conoscitori di vino) e hanno un reddito annuo superiore ai 100.000 dollari. I consumatori americani sono attratti dai vini italiani e siciliani per i valori che questi esprimono, principalmente legati alla tradizione, alla varietà dei vitigni autoctoni e alla qualità riconosciuta, sia a livello internazionale che per il rapporto qualità-prezzo. E la maggioranza dei quali, dazi o non dazi, vede un futuro di crescita per il vino italiano.
Di certo, c’è che, da domani, se ne parlerà a “Sicilia en primeur” 2025 a Modica, dove Assovini Sicilia accoglierà una delegazione di 100 giornalisti italiani, europei (Francia, Polonia, Svezia, Germania, Norvegia) ed extraeuropei (Canada, Usa, Giappone, Cina, Corea del Sud, Taiwan, Israele, Brasile, Regno Unito) per esplorare la Sicilia e scoprire la ricchezza del suo patrimonio enogastronomico, ma anche culturale, coinvolti in 11 press tour che esploreranno ogni angolo dell’isola, dall’Etna a Pantelleria, da Marsala ad Agrigento, da Monreale a Lipari, per poi ritrovarsi a Modica dove, il 9 e il 10 maggio, si svolgerà il momento corale dell’en primeur. E dove, “Sicilia en Primeur”, spiega Mariangela Cambria, presidente Assovini Sicilia, “sarà una vetrina per questa splendida città barocca, il territorio e la produzione vinicola del Sud-Est. Il vino oltre ad essere un prodotto agricolo o commerciale, è un elemento essenziale della cultura universale che attraversa secoli e civiltà. La cultura del vino oggi si traduce anche in cultura del viaggio. Un viaggio che parte dalla vigna, dal lavoro della terra, attraversa un ciclo annuale, arriva al bicchiere, alla bottiglia, nelle tavole di tutto il mondo. Ringrazio l’Istituto Commercio Estero (Ice) e i nostri sponsor senza i quali questo evento, che da oltre 20 anni accende i riflettori sulla Sicilia richiamando la stampa enogastronomica nazionale e internazionale, non sarebbe possibile - conclude - “Sicilia en Primeur” è un appuntamento ormai attesissimo che ha contribuito in maniera determinante a consolidare l’immagine di un continente vitivinicolo siciliano vocato all’eccellenza”.
Si partirà, dunque, il 9 maggio, con la degustazione tecnica al Castello dei Conti di Modica e con talk su argomenti di attualità, tra cui gli strumenti per comunicare il vino alle nuove generazioni, un approfondimento sui nuovi contrassegni di Stato per tutelare il made in Italy, il neuromarketing e la psicologia dei consumi, e un talk sui numeri di Assovini Sicilia. Il primo appuntamento è al Teatro Garibaldi di Modica con il convegno sulla cultura del vino intesa come bere informato e consapevole, come promozione del territorio attraverso l’enoturismo, e come tutela dell’ambiente attraverso buone pratiche sempre più sostenibili. Tra i relatori, il Master of Wine, Andrea Lonardi che parlerà del “Fattore S: l’unicità del continente vitivinicolo siciliano”, Dario Stefàno, presidente Centro Enoturistico e Oleoturistico (Lumsa Università), e Antonello Maruotti, docente di Statistica (Lumsa Università) su “Il Sud che innova tra eventi, e-commerce e nuovi modelli di accoglienza per l’enoturismo”. Ad accendere i riflettori sulla “Cultura del vino: per un consumo informato e consapevole”, sarà Sara Farnetti, specialista in Medicina Interna e in Fisiopatologia del Metabolismo e della Nutrizione. Infine, di “Futuro sostenibile del vino siciliano” parlerà Alessio Planeta, consigliere Fondazione SOStain Sicilia, tutti moderati da Luciano Ferraro, vice direttore “Corriere della Sera”. A seguire, la cena di gala firmata con La Sicilia di Ulisse, associazione che riunisce le eccellenze siciliane nei settori dell’ospitalità, della gastronomia e della viticoltura, per celebrare il riconoscimento dell’isola a “European Region of Gastronomy” 2025: a curare il menu, gli chef Accursio Craparo di Radici a Modica, Vincenzo Candiano di Locanda Don Serafino a Ragusa (1 stella Michelin), Giuseppe Causarano e Antonio Colombo di Votavota di Marina di Ragusa (una stella Michelin) e Giuseppe Torrisi di Cortile Santo Spirito a Siracusa (1 stella Michelin). All’Antica Dolceria Bonajuto di Modica il compito di preparare la cassata siciliana e il cioccolato. Il 10 maggio, sempre al Castello dei Conti, andranno in scena, infine, le degustazioni dei vini dei 57 produttori by Assovini Sicilia che proporrano ai giornalisti le loro etichette: da Arianna Occhipinti a Baglio di Pianetto, da Benanti a Cos, da Cottanera a Cristo di Campobello, da Cusumano a Donnafugata, da Feudo Arancio a Feudo Maccari, da Girolamo Russo a Graci, da Mandrarossa a Pietradolce, da Planeta a Principi di Butera, da Serra Ferdinandea a Spadafora Vignaioli in Sicilia, da Tasca d’Almerita a Tenuta Rapitalà e Zisola, per citarne solo alcuni.
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