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SOLDERA FA CHIAREZZA, E RISPONDE ALLE CONGETTURE SU QUANTO VINO SIA RIMASTO NELLE BOTTI DI CASE BASSE: “SI SONO SALVATI 22.105 DELLE 6 ANNATE DAL 2007 AL 2012, MENTRE PARTE DELLA 2006 ERA GIA’ STATA IMBOTTIGLIATA”. ULTIMO ATTO DELLA QUERELLE ?

Assumono sempre più la forma di un romanzo epistolare le conseguenze mediatiche dell’atto di sabotaggio che ha colpito, il 2 dicembre 2012, la cantina del Brunello di Montalcino Case Basse. A scrivere, oggi, il nuovo atto di questa saga è Gianfranco Soldera, proprietario della piccola ma prestigiosa realtà del Brunello, che, con una lettera aperta, spiega di aver “rilevato affermazioni in alcuni casi non corrispondenti alla realtà dei fatti”, che stanno recando “grave danno all’azienda, a importatori, distributori, clienti ed estimatori” della cantina Case Basse.
Gianfranco Soldera spiega che, “come affermato fin dall’inizio”, l’atto di sabotaggio “ha determinato la distruzione del vino contenuto in 10 botti in cui si trovavano in invecchiamento le 6 annate dal 2007 al 2012, per un totale di 62.600 litri. Tale quantità corrisponde a circa i 3/4 del totale del vino prodotto dalla nostra azienda nelle 6 annate considerate. Si sono invece salvati altri 22.105 litri in totale, divisi in parti diverse sulle medesime 6 annate; questo vino verrà imbottigliato nei prossimi anni. Inoltre, come già comunicato, una parte dell’annata 2006 già imbottigliata al momento del danno, non è stata compromessa ed è stata recentemente posta in vendita”. Dati e quantità che, spiega Soldera, risultano “dai registri vinicoli, documenti ufficiali, tenuti nel rispetto delle norme vigenti, per questo ogni informazione diversa, così come la sua provenienza dalle nostre uve Sangiovese, vinificate in azienda, non corrisponde a verità ed è gravemente lesivo nei nostri confronti”. Parole conclusive capaci di mettere fine, perlomeno, ad un aspetto della vicenda, quello che riguarda l’esattezza delle quantità di vino ancora a disposizione di Case Basse.

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