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L’IDEA

Sotto la Madonnina si vinifica l’uva di 10 viticoltori italiani: l’idea di “Cantina Urbana” a Milano

Il progetto, unico, è nato nella metropoli italiana per eccellenza e la vinificazione si è sviluppata grazie ad una rete di artigiani del vino

Milano, luogo di happy hour, di ristoranti di grido, di nuove tendenze ma anche di produzione di vino. Già perché sotto la Madonnina, nella metropoli per eccellenza d’Italia, è nata da tempo una cantina dove si vinificano le uve provenienti da dieci viticoltori sparsi per i territori vinicoli d’Italia per dare vita a qualcosa di originale, dove il non porsi limiti e una visione allargata sono stati fattori determinanti per il progetto di “Cantina Urbana”. Fondata da Michele Rimpici nel 2018, si tratta di un luogo dove di giorno si lavora alla produzione, alla vendita e alla distribuzione del vino, ma che la sera si trasforma in un locale eclettico dove il vino si contamina con gastronomia, eventi, musica, teatro ed arte. Ma “Cantina Urbana”, come ha spiegato a WineNews, ha deciso di puntare anche sulla vinificazione grazie ad una rete di dieci artigiani del vino e viticoltori italiani, da Nord a Sud del Belpaese, concentrandosi su una ricerca e selezione di uve con la sostenibilità al centro: i vignaioli sono Luca Padroggi (Oltrepo Pavese - Lombardia), Andrea Arici (Franciacorta - Lombardia), Mattia Quarna (Ghemme - Piemonte), Giuliano Iuorio (Langa - Piemonte), Carlo Aleardi (Valpolicella - Veneto), Gabriele Vosca (Collio - Friuli-Venezia Giulia), Giorgio Santini (Marche - Verdicchio), Erry Baldassarre (Trani - Puglia), Dimitri Galletti (Elba - Toscana), e Valeria Vittori (Montalcino, Bolgheri - Toscana).
Dopo aver monitorato le curve di maturazione ed effettuato le analisi necessarie, l’uva viene selezionata manualmente durante la vendemmia e, in seguito, spiegano da Cantina Urbana, viaggia verso Milano, per raggiungere la Winery, dove sono presenti le attrezzature necessarie per la produzione vinicola, tra cui una pigiatrice, un’imbottigliatrice e vasi vinari per l’affinamento come vasche in acciaio, barriques in rovere francese e anfore in terracotta di Impruneta. I 200 quintali di uva raccolti all’anno vengono sottoposti a processi di microvinificazione nella Winery in città, per ottenere una produzione vinicola artigianale dal basso contenuto di solfiti e dalla componente chimica nulla. “Quello che facciamo - afferma il fondatore del progetto, Michele Rimpici - è raccontare il vino sotto un aspetto meno territoriale e più conviviale, questo ci permette una massima flessibilità produttiva e stilistica che è tipica delle Urban Winery. La vinificazione in città è, naturalmente, l’aspetto più affascinante, ma ciò che vi si cela dietro è anche il nostro ruolo di “selezionatori” della materia prima nel processo di wine making. Questo ci consente di creare un’idea di gusto che vogliamo soddisfare, sin dall’inizio, e che andiamo a ricercare nelle uve dei nostri fidati artigiani del vino”.

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