
Impossibile, a Vinitaly, seguire tutto. E tra le Regioni che in assoluto hanno messo in campo più iniziative c’è la “padrona di casa”, il Veneto (seguito da Puglia e Sicilia), il cui vino vale 1,4 miliardi di euro (sui 10 dell’Italia), e dove si continua ad investire (per la campagna 2013 si parla di 30 milioni).Tante le iniziative, che hanno visto mattatore assoluto il Governatore Luca Zaia, : da quelle istituzionali, come l’incontro con il “collega” della Puglia, Nichi Vendola, quando i due Governatori si sono promessi sinergia per due Regioni che “insieme rappresentano il 30% della produzione nazionale”, a quelle di comunicazione, come gli assaggi con il cantante Gianni Morandi, o come il momento in cui quattro produttori hanno “lasciato l’impronta” delle loro mani in calchi in gesso, “a memoria futura dei traguardi raggiunti dal Veneto”. E non sono mancati momenti “scientifici”, come l’approfondimento sul lavoro fatto da produttori e tecnici di Veneto Agricoltura, con il recupero di o antichi vitigni come Turchetta, Recantina, Corbina o Boschera, che possono aprire nuove opportunità per il futuro, a quelli sociali, come l’esposizione dei prodotti realizzati da vendemmiatori e vignaioli speciali, dell’Associazione Italiana Persone Down di Treviso.
Focus - 1,4 di euro il valore dell’export vitivinicolo del Veneto, prima regione esportatrice d’Italia con il 30,8% del valore
“Nonostante la tradizionale frammentazione produttiva, l’enologia veneta è campione mondiale di export, con una produzione che si aggira sopra gli 8 milioni di ettolitri e una esportazione di vini e mosti da parte degli operatori internazionali del Veneto che è di circa 6 milioni di ettolitri, per un valore che lo scorso anno è stato di un miliardo 444 milioni e mezzo, euro più, euro meno”. Lo ha sottolineato l’assessore al’internazionalizzazione del Veneto Marino Finozzi, “dando i numeri” dell’enologia regionale a Vinitaly.
“Il valore dell’export - ha aggiunto Finozzi - equivale al 30,76 per cento del totale dell’export enologico italiano: un risultato che fa capire come, di fronte ad una frammentazione produttiva che vede in campo oltre 35 mila aziende produttrici con una media poderale di 2 ettari ciascuna, la capacità di affrontare il mercato mondiale è netta e confermata dai risultati. Certo - ha detto ancora Finozzi - il sistema si può e si deve migliorare, ma non è necessario unificare e uniformare la produzione: basta camminare tutti verso il medesimo traguardo”. Ed è quello che il sistema vinicolo veneto sta facendo da qualche lustro, produttori e consorzi, cantine private e cooperative, raggiungendo risultati di tutto rispetto e smentendo le previsioni dei sostenitori a tutti i costi del “grande è bello”. Il sistema produttivo si è riorganizzato, la Regione lo ha accompagnato nella ristrutturazione dei vigneti in funzione della qualità e nella promozione. Quest’ultima, in particolare, viene ormai realizzata da anni solo in maniera unificata all’insegna della medesima identità, che si esprime però in moltissime distinzioni, differenze e diversità (basate peraltro prevalentemente su vitigni autoctono), al punto da poter proporre al consumatore qualunque tipologia di vino: dai bianchi giovani a quelli austeri, dai rossi freschi a quelli a lungo invecchiamento, dai rosati agli spumanti charmat e metodo classico, dai frizzanti ai passiti, bianchi e rossi. E in quantità non in differente, ma soprattutto ad un rapporto prezzo qualità che di rivali ne ha davvero pochi al mondo.
Focus - Dagli imprenditori veneti investimenti per quasi 30 milioni. Il settore tira e ha voglia di crescere
C’è voglia di investire, in Veneto, da parte degli imprenditori vitivinicoli, segno che c’è ottimismo e che il settore tira, crea prospettive e reddito, nonostante la pesantissima crisi in atto e le mille difficoltà di ogni giorno. Lo dimostrano le richieste di ristrutturazione dei vigneti presentate ad Avepa, l’Agenzia veneta per i pagamenti in agricoltura, per la campagna 2012 - 2013, la cui data di scadenza per la presentazione era lunedì scorso: sono state presentate 1.845 domande per realizzare nuovi investimenti per circa 29 milioni 480 mila euro.
“Questi investimenti - ha ricordato l’assessore all’agricoltura Franco Manzato - si riferiscono al programma nazionale di sostegno in attuazione dell’Ocm vino. Numero ed entità delle richieste dimostrano non solo voglia di investire ma anche la correttezza degli obiettivi, individuati da Regione e sistema produttivo e sostanzialmente rimasti gli stessi del primo bando”. A fronte delle domande per la campagna in corso, peraltro, lo stanziamento per la ristrutturazione ammonta al momento a poco meno di 12 milioni di ettari.
La Regione in questa occasione ha tra l’altro stabilito un aiuto elevato a 17.500 euro nel caso in cui, oltre alla realizzazione dell’impianto viticolo, vengano realizzate opere idraulico - agrarie per mettere a dimora le viti nei terreni più difficili: quelli la cui superficie presenta una pendenza superiore al 30% e/o una altitudine superiore ai 500 metri (ad esclusione delle superfici poste in altopiano); quelli sistemati su terrazze e gradoni; nelle isole della laguna veneta (operazioni complesse, non assimilabili a quelle normalmente previste per la sistemazione del terreno e l’impianto delle viti.
Focus - Zaia e Vendola a Vinitaly: “gli interessi della Puglia si difendono anche alleandosi con il Veneto”
“Gli interessi della Puglia si difendono anche alleandosi con il Veneto”. Con queste parole il presidente Nichi Vendola ha incontrato a Vinitaly Luca Zaia nella Regione del Veneto: un incontro non formale, che ha guardato ai problemi concreti dei cittadini e alle possibili soluzioni. “Se la Macroregione rappresenta una Macroregione europea, non rappresenta una minaccia - ha sottolineato Vendola - sono innamorato delle differenze dell’Italia delle 100 città, sono innamorato del Nord e sono irrimediabilmente terrone. Penso che le due cose possano convivere”.
“Spero che Vendola diventi grande portavoce di una Macroregione del Sud - gli ha fatto eco Zaia - che potrebbe essere un elemento di confronto su Roma, ad esempio per sbloccare il patto di stabilità di cui siamo molto preoccupati”. “Qui stiamo facendo un patto - ha aggiunto Vendola - contro il cappio al collo rappresentato dal patto di stabilità. Abbiamo i soldi in cassa per alimentare una politica seria degli investimenti; però ci impediscono di aprire i cantieri, ci impediscono di dare posti di lavoro. Potremmo farlo, abbiamo la programmazione, abbiamo le risorse, ma restiamo con quel cappio intorno al collo. Abbiamo fatto presente all’attuale governo che siamo al punto di non ritorno, che stiamo morendo. Gli interessi della Puglia si difendono anche alleandosi con il Veneto”.
Quanto al settore vinicolo, ha proseguito Vendola, “noi pugliesi abbiamo studiato il caso veneto e di altri territori che da decenni hanno investito nei processi di modernizzazione che hanno reso il settore uno dei più effervescenti dell’economia nazionale. E’ molto importante - ha ribadito - che Regioni come Veneto e Puglia costruiscano sempre di più collaborazioni e sinergia.
L’enogastronomia veneta e quella pugliese hanno molti elementi di similitudine. In Veneto ci sono la cucina e il vino più equilibrati tra le enogastronomie quelle del Nord, così come la cucina e i vini pugliesi sono tra i più delicati ed equilibrati del Sud Italia”. “Veneto e Puglia rappresentano almeno 30 % della produzione enologica nazionale. Voglio ringraziare il presidente Vendola - ha detto dal canto suo Zaia - abbiamo molti imprenditori veneti che sono lì con i loro vigneti e mi parlano della disponibilità della Regione Puglia: questo significa collaborazione fattiva e la volontà di far crescere il comparto vitivinicolo nazionale”.
Focus - Prosecco, Zaia: “vogliamo la Croazia in Europa, ma rispetti le regole europee e rinunci all’utilizzo del nome Prosek”
“La Croazia a luglio vuole entrare in Europa e se vuole entrarci deve farlo con le regole europee. Noi vogliamo la Croazia in Europa, vogliamo che gli istriani che sono nostri fratelli di sangue continuino nella sfida dell’Euroregione con Carinzia, Friuli Venezia Giulia, Slovenia e Veneto; però la Croazia deve rinunciare all'utilizzo del nome “Prosek”, perché altrimenti saremo noi a fare ricorso contro questa cosa”. Lo ha detto il presidente del Veneto Luca Zaia a Vinitaly.
Focus - Vinitaly, quattro mani d’oro lasciano il loro calco nel Veneto
Quattro mani davvero d’oro hanno lasciato il loro calco in gesso nello stand della Regione del Veneto, a memoria futura dei traguardi raggiunti dall’enologia regionale. Sono le mani destre dei quattro produttori veneti vincitori di Gran Medaglia d’oro al Concorso Enologico Internazionale che nei mesi scorsi ha preceduto la manifestazione fieristica dedicata alla vitivinicoltura mondiale: i titolari dell’Azienda agricola Buglioni (Settimo di Pescantina, VR), che ha vinto con l’Amarone della Valpolicella DOC Classico Riserva 2007; di Villa Rinaldi sas (Soave, VR) con l’Amarone della Valpolicella Doc Classico “Corpus” 2000; dell’Azienda Agricola Le Manzane di San Pietro di Feletto (TV) con il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg Frizzante 2011; dell’Azienda Agricola San Gregorio (Valdobbiadene, TV) con il Valdobbiadene Prosecco Docg Superiore Spumante Extra Dry Millesimato 2011.
A dare il via alla cerimonia è stato lo stesso presidente del Veneto Luca Zaia, ricordando “il Veneto è terra di vite e di vite dedicate alla terra”, con il ministro Mario Catania, il presidente della Fiera Ettore Riello, Antonella Clerici e l’assessore all’Agricoltura Franco Manzato.
Focus - Dagli antichi vigneti del veneto spunti per lo sviluppo del futuro
Dagli antichi vitigni autoctoni e di tradizione del Veneto, salvati dalla passione dei produttori e dai tecnici di Veneto Agricoltura, nascono ulteriori spunti per il futuro dell’enologia regionale, la prima in Italia per quantità ed export e tra le prime del mondo. Nomi suggestivi, quelli di queste uve, con un dna proprio: Turchetta, Recantina, Corbina, Boschera e anche tante altre, delle quali hanno parlato a Vinitaly, l’amministratore unico di Veneto Agricoltura Paolo Pizzolato e il prof. Vasco Boatto e Antonio De Zanche dell’agenzia regionale.
E’ stato in sostanza un guardare indietro, al passato, per poter fare ulteriori nuovi passi nel futuro a fronte del rischio dell’omogenità legata alla mondializzazione, realizzando vini innovativi da piante la cui origine si perde nei secoli ma che da sempre sono lì, nel loro territorio d’elezione e di selezione. E per verificare che non si tratta di teorie, le uve sono state trasformate in vino, tramite microvinificazioni, per degustare le caratteristiche, le qualità e le potenzialità del lavoro di recupero.
I vini protagonisti dell’assaggio di Vinitaly sono stati realizzati con uve a bacca rossa e da uvaggi composti da percentuali diverse di Turchetta (vitigno di media vigoria e di buona anche se non abbondante produzione, che si adatta bene ai terreni argillosi di pianura, purché ben drenati), di Recantina (vitigno di vigoria medio - bassa e media produzione per pianta, dovuta soprattutto alle ridotte dimensioni del grappolo) e di Corbina (varietà vigorosa, ma equilibrata, di produzione non elevata se coltivata in collina ma che diventa molto produttiva se coltivata in pianura). A queste si è aggiunto uno spumante rifermentato secondo il “metodo classico”, proveniente da uve Boschera vinificate in purezza, vendemmiate nel 2010. La prova nel calice è stata superata a pieni voti, una nuovo percorso si apre, spetterà agli imprenditori decidere come percorrerlo.
Focus - Vino e Solidarietà
Il Vinitaly, il vino si è unito spesso anche alla solidarietà. Come è successo in Veneto, che ha ospitato i ragazzi dell’’Associazione Italiana Persone Down di Treviso, vendemmiatori e vignaioli, che hanno proposto il loro Raboso, ma anche la loro Grappa e il loro olio extravergine d’oliva delle colline trevigiane. Secondo una consuetudine iniziata ancora nel 2006 dall’allora vicepresidente della Giunta veneta Luca Zaia, per l’intera durata della manifestazione i ragazzi dell’Aipd hanno offerto questi prodotti ai visitatori, in cambio di un sostegno alla loro causa e alle loro attività. E a dire il vero la risposta di quanti sono a Vinitaly è sempre stata straordinaria, tanto che con il loro aiuto sono riusciti a realizzare uno dei loro sogni: avviare una struttura agrituristica.
Nel loro impegno di vignerons, frantoiani e distillatori, i ragazzi hanno trovato al loro fianco, nel territorio, aziende che hanno voluto costruire con loro e per loro un futuro diverso. A partire dalla Cantina Cecchetto di Tezze di Piave, che da sempre segue con questa speciale produzione, che vede i ragazzi vignaioli, pigiatori, imbottigliatori e persino artisti dell’etichetta, ciascuna delle quali è fatta rigorosamente a mano da loro. Ne deriva un Raboso assolutamente unico, dal brillante colore rubino, profumo intenso razza Piave e gusto pieno, ma con qualcosa in più che ti fa partecipare in maniera diversa al suo consumo. Dalle vinacce, grazie alla collaborazione della Distilleria Capovilla di Rosà, in provincia di Vicenza, ottengono ottima grappa tradizionale. Grazie infine alla collaborazione della cooperativa Tapa Olearia con sede a Cavaso del Tomba, i ragazzi producono anche l’olio extra vergine con le olive del vittoriese. Il ricavato della solidarietà 2013 andrà quest’anno a sostenere una serie di progetti che insegnino loro ad essere autonomi in tutto, e al progetto “Il pranzo è servito”, che prevede corsi di sommelier, sala e cucina.
Copyright © 2000/2025
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025