
L’assaggio delle barrique della vendemmia 2024 della Vigna Gustava, alle pendici del Castello di Grinzane Cavour, appartenuta a Camillo Benso Conte di Cavour e cuore del progetto “Barolo en Primeur”, restituisce l’immagine nitida di un’annata complessa, ma affascinante. Un’annata che ha richiesto attenzione, misura e grande sensibilità sia in vigna che in cantina, e che oggi si traduce in vini definiti, sottili, eleganti. Più che potenza, emerge precisione. Più che densità, vibrazione. È quanto evidenziato dalla degustazione tecnica che ha coinvolto giornalisti e professionisti organizzata a Fubine, a Enosis Meraviglia, quartier generale dell’enologo Donato Lanati che dall’inizio segue questo progetto benefico. Annata, la 2024, che sarà la protagonista dell’edizione n. 5 del progetto nato nel 2021 dalla collaborazione tra Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, Fondazione Crc Donare Ets e Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, e che in quattro edizioni dell’asta benefica che prende corpo nello storico Castello di Grinzane Cavour e in collegamento con Londra, New York, Montreal e Hong Kong (appuntamento fissato per il 24 ottobre 2025, quando a batterla sarà Christie’s), ha già raccolto e devoluto ad iniziative culturali, sociali, didattiche e di welfare, oltre 3,3 milioni di euro.
Nella degustazione tecnica della vendemmia 2024, dunque, come raccontato da Antonio Galloni, critico enologico di fama mondiale e Ceo di “Vinous”, l’annata 2024 del Barolo dalla Vigna Gustava si rivela, attraverso l’assaggio delle singole barrique vinificate separatamente, un esercizio di finezza e precisione, reso ancora più interessante dalle condizioni climatiche complesse che hanno caratterizzato l’anno. La pioggia costante durante la stagione vegetativa e persino in vendemmia ha imposto scelte oculate in vigna e in cantina con selezioni accurate e vinificazioni più brevi e delicate, strategie che si riflettono con chiarezza nei vini.
“Ciò che emerge con forza - spiega una nota - è una coerenza stilistica: i vini sono eterei, sottili, luminosi. Raccontano un Nebbiolo più fragrante che potente, più floreale e agrumato che carnoso, con acidità viva, tannini ben dosati e un’eleganza che sembra cucita su misura per chi cerca profondità più che muscolo. L’intero progetto di vinificazione separata delle barrique, oltre a offrire un ritratto sfaccettato di “Barolo en primeur”, permette anche di cogliere le influenze reali di esposizione, altitudine, età delle vigne e caratteristiche del suolo”. In particolare, le barrique provenienti dalle vecchie vigne sui pendii di mezza costa, ad esempio, sono tra le più interessanti. Qui si alternano espressioni più leggere e trasparenti, dominate da note di fiori secchi, arancia sanguinella e fragoline di bosco, ad altre più profonde e terrose, con accenti di cuoio, incenso e tabacco. La selezione pianta per pianta ha permesso di isolare anime diverse all’interno dell’appezzamento, svelando quanto l’altitudine, l’esposizione e l’età di una pianta possano fare la differenza. Nella parte bassa della vigna, dove l’esposizione a Sud-Sudovest dovrebbe favorire maturazioni più generose, i vini sono molto profumati e aggraziati, ma meno strutturati. Queste barrique risultano affascinanti per la loro immediatezza e per la loro capacità di comunicare la leggerezza dell’annata senza mai sembrare sottili o slegate. Il cuore della vigna, esposto a Sud-Ovest, regala, invece, le interpretazioni più complete e promettenti. Qui si concentra la potenza della Vigna Gustava: frutto integro e maturo, struttura ben disegnata, equilibrio tra forza e grazia. “Alcune barrique - come la numero 10 - mostrano un’energia intensa, ancora grezza, ma dal futuro luminoso. Altre, come la 11 e la 12, combinano eleganza e tensione in modo esemplare. Le ultime barrique, frutto di una selezione finale, tornano a esprimere uno stile più sottile. Qui il linguaggio è quello della leggerezza, della trasparenza, dell’agrumato. Ma non manca la sorpresa, come nella barrique 14, che rompe lo schema con un profilo balsamico e speziato, quasi alpino, dimostrando un’annata di profondità e carattere. Infine, il tonneau prodotto con uve non selezionate per le barrique principali, conferma la qualità complessiva del vigneto. Anche qui troviamo equilibrio, freschezza, un profilo nitido e gentile che ben riassume le caratteristiche dell’annata, che potrebbe essere ricordata tra quelle più affascinanti per chi ama la trasparenza, la verticalità e la verità del territorio”, è stato spiegato dopo gli assaggi.
“Il Barolo prodotto dalla Vigna Gustava si conferma, anche per la vendemmia 2024, un vino di grande qualità, capace di farsi apprezzare da un pubblico sempre più ampio di appassionati - dichiara Giuliano Viglione, presidente Fondazione Crc Donare - grazie alla grande professionalità messa in campo da Donato Lanati e alla proficua collaborazione tra gli enti che sostengono fin dall’inizio questo progetto, “Barolo en primeur” per il quinto anno consecutivo si conferma come iniziativa unica nel panorama nazionale, capace di stimolare il dono e sostenere progetti di grande valore sociale grazie a un prodotto che rappresenta il nostro Paese e il nostro territorio in tutto il mondo”.
“Barolo en Primeur” non è solo un progetto enologico, “ma una dichiarazione d’intenti per il futuro del Barolo. Ciò che mi colpisce dell’annata 2024 - spiega Sergio Germano, presidente Consorzio Tutela Barolo, Barbaresco, Alba Langhe e Dogliani - sono l’eleganza e la finezza, con tannini comunque maturi e dolci. Nonostante il decorso climatico difficile, la professionalità dei viticoltori e l’alta vocazione del territorio hanno prodotto un vino che stupirà per la godibilità e la franchezza. Sarà un’annata che avvicinerà al Barolo molti palati, anche quelli meno avvezzi a questo vino, che lo troveranno attraente e capace di suscitare la voglia di scoprirlo in profondità. Saranno evidenti le differenze tra i vari territori comunali e quindi intrigante confrontare le varie sfaccettature che ne derivano. Se dovessimo esprimere quest’annata in immagini, potrebbe paragonarsi a un quadro dai colori tenui, luminoso e ricco di sfumature che non stanca mai lo sguardo”.
A rafforzare la vocazione corale del progetto, torna anche quest’anno il catalogo dei lotti comunali: 65 cantine del territorio uniscono le forze per offrire, sotto il nome del proprio Comune, selezioni speciali - anche in grandi formati - i cui proventi andranno a sostenere la Scuola Enologica di Alba e altre iniziative sul territorio.
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