Magari non andremo in giro con un fiasco appeso al collo, almeno non tanto presto, ma usare il vino per produrre piccole quantità di corrente è assolutamente possibile. Lo dimostra l’esperimento della dottoressa Genevieve Bell, antropologa e ricercatrice australiana del gruppo di ricerca di Intel, raccontato dal sito web “The Register, in cui un processore di bassa potenza è stato alimentato da un bicchiere di vino rosso grazie a due elettrodi che, reagendo con l’acido acetico del vino, sono riusciti a generare energia sufficiente a far funzionare, per un breve periodo, il processore. Un’idea nata sulla spinta della ricerca di nuove forme di energia pulita ed alternativa, e che dimostra la vastità dei campi ancora da battere, anche se, probabilmente, il progetto non si tradurrà in un prodotto commerciale, quindi difficilmente potremo “fare il pieno” in enoteca, e forse è meglio così, perché ci sarebbe sempre il rischio di esaurire la nuova fonte di energia nel tempo di un assaggio ...
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