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TRA LE TANTE BELLEZZE CHE IL MONDO INVIDIA ALL’ITALIA, UN POSTO D’ONORE VA RISERVATO A QUELLE CHE FINISCONO SUL PIATTO, PARTICOLARMENTE AMATE DAI TURISTI CINESI, CHE METTONO L’ENOGASTRONOMIA TRICOLORE DAVANTI ALLO SHOPPING ED AI MUSEI

Italia
Enogastronomia al top per i turisti cinesi in Italia

Tra le tante bellezze che il mondo invidia all’Italia, un posto d’onore va riservato a quelle che finiscono sul piatto. Sono proprio le unicità enogastronomiche una delle molle principali che spingono turisti italiani e stranieri su e giù per lo Stivale, alla ricerca di sapori ed odori nuovi ed irripetibili, alla faccia della contraffazione e dell’italian sounding. Vale, come detto, per i viaggiatori di casa nostra che, secondo la fotografia scattata qualche mese fa dall’Osservatorio sul Turismo del Vino in Italia, di Città del Vino e Censis Servizi mettono la gastronomia ed il vino solo dietro all’ambiante ed all’arte (ma, messi insieme, sono abbondantemente al primo posto, indicati dal 30% degli intervistati come principale motivazione di viaggio). Ma vale anche per i turisti stranieri: un’indagine del Movimento Turismo Vino dello scorso febbraio, raccontava come il 38% di chi visita le cantine del Belpaese arrivi da altre parti del mondo. Ed è un toccasana, perché sono loro a spendere, mediamente, di più: tra i 50 e i 100 euro. E sempre più spesso (chi vive in uno dei tanti famosi territori del vino del Belpaese lo sa bene), al “classico” turismo di americani e tedeschi, si aggiunge quello dai Paesi che negli ultimi anni hanno corso, da un punto di vista economico, maggiormente, come la Cina, che ha scoperto da poco l’Italia, ma già ne adora i punti di forza: se il 75% dei turisti che arrivano da Pechino indica il giro turistico delle città d’arte tra le cose da fare assolutamente nel Belpaese, il 65% non vuole assolutamente perdersi un’esperienza enogastronomica da ricordare per sempre, almeno stando ai dati della ricerca di “Hotels.com” rielaborati dal celebre blog “www.vaffancina.it” di Massimo Ceccarelli. Per capire quanto sia grande l’attrattiva della nostra cucina e della nostra arte enoica, basti pensare che musei e gallerie d’arte sono indicate solo dal 22% dei cinesi in visita in Italia, meno di un altro pilastro della nostra economia come lo shopping (51%), e del mare (37%).

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