I loro vini sono buoni, ma anche prodotti secondo un preciso modello produttivo, quello dei vignaioli che seguono l’intera filiera, dalla vigna allo scaffale, che vivono e operano in uno specifico territorio e che non si limitano a prendere, ma si prodigano a dare, rispettando, custodendo, tutelando e promuovendo la specifica area in cui lavorano. Ogni loro bottiglia, in pratica, restituisce con gli interessi tutto quello che dal territorio ha preso. Tra marketing & business, i vignaioli della Fivi-Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti, lanciando “#bevifivi” e creando “punti di affezione” alle loro etichette nelle enoteche e nei ristoranti, hanno deciso di “brandizzare” i locali per promuovere i loro vini ma, soprattutto, perché i consumatori che li versano nei loro calici siano consapevoli di contribuire a salvaguardare e custodire quei territori d’Italia che i vignaioli coltivano, ma che sono patrimonio di tutti e rappresentano il vero tesoro del nostro Paese.
Vendere e promuovere vini di almeno 15 Vignaioli Indipendenti provenienti da almeno 5 differenti regioni d’Italia, segnalandoli con il logo della Federazione nella wine list (un uomo che trasporta uva e che proietta un’ombra a forma di bottiglia) e creando uno spazio dedicato, sono i requisiti richiesti ai locali per creare un “punto di affezione”.
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