Tra qualche anno anche il Papa potrà brindare con il suo vino a “km 0”. Basterà avere pazienza e aspettare che i filari di Trebbiano e Cesanese di Affile (foto), regalati (insieme a botti di castagno e rovere per l’invecchiamento) da Coldiretti alla fattoria del Santo Padre a Castel Gandolfo nella “Giornata della Salvaguardia del Creato”, diano i suoi frutti e vengano trasformati in vino. A “proteggerli” la statua del Cristo Buon Pastore. “La vigna regalata a Benedetto XVI - dice la Coldiretti - ha inteso richiamarsi alle prime parole ai fedeli pronunciate il 19 aprile 2005 da Joseph Ratzinger, appena eletto Pontefice, quando si definì “un umile lavoratore nella vigna del Signore”, alludendo a un’umiltà prima di tutto intellettuale che tanto spesso lo ha portato a ripetere che la scienza non può considerarsi autosufficiente, ma dovrebbe avere l’umiltà e il coraggio di aprirsi al mistero di Dio. E, intanto, mentre Benedetto XVI ha ringraziato l’organizzazione “per il vostro impegno e per la salvaguardia del creato e per i vostri doni”, è stato presentato anche il primo miele ottenuto dagli apiari papali, un “millefiori” biologico che raccoglie i profumi e i sapori di fiori di castagno e degli altri fiori di alberi da frutto presenti nella fattoria che nel 1929 Pio XI ampliò destinandola all’attività agricola. E che oggi, aggiunge Coldiretti, “è anche dotata di una modernissima pastorizzatrice” per il latte ottenuto da 25 mucche, ospita un pollaio con 300 galline ovaiole e 60 polli da carne in produzione e dispone di frutteti, di un oliveto secolare e di serre nelle quali si coltivano le piante e i fiori che vengono utilizzati per abbellire i palazzi vaticani”.
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