“Tralci e residui di potatura non possono essere considerati rifiuti speciali! E’ una follia normativa che deve essere abrogata al più presto, anche perché il loro smaltimento è così diventato economicamente insostenibile per le aziende”. Dario Cartabellotta, assessore alle Risorse Agricole e Alimentari della Regione Sicilia dal Vinitaly lancia un appello per quella definisce “una legge ingiusta e iniqua, scritta da chi non conosce la materia, che rischia persino di fare chiudere molte aziende”. Due anni fa infatti una legge nazionale ha recepito la normativa europea sullo smaltimento dei rifiuti speciali, in applicazione del Protocollo di Kyoto per ridurre le emissioni inquinanti e di anidrite carbonica, equiparando a rifiuti speciali anche le sarmenti della vite, così come i residui di potatura di ulivo e di altre culture, che non si possono più bruciare nei campi. “Ma si tratta in questo caso di una pratica naturale, rientra nel ciclo del carbonio che così ritorna in natura - continua a spiegare l’assessore Cartabellotta - per questo parlo di follia, e della necessità che anche chi scrive leggi e regolamenti dovrebbero essere “a km zero” o perlomeno studiare più a fondo le realtà in cui interviene”. Lo scorso anno già la Regione Siciliana ha provato ad abrogare autonomamente l’obbligo di smaltire i rami tagliati come rifiuti speciali ma il commissario dello Stato ha impugnato la norma che può essere quindi solo modificata o eliminata a livello nazionale. “Bisogna far presto a togliere la norma, soprattutto le piccole aziende sono a rischio - continua Cartabellota - pensate ad un produttore vitivinicolo di Pantelleria che deve imbarcare i suoi rami da smaltire sulle nave per Trapani per portali a termovalorizzatori che in Sicilia nemmeno ci sono. Un costo enorme e una violazione ingiustificabile dell’attività agricola”. Ma le piccole e grandi follie normative non finiscono qui: l’assessore cita anche , ad esempio, la norma che prevede un corso e un esame per guidare il trattore “l’agricoltore non ne ha bisogno - spiega - è solo un aggravio di costi. Io sono un convinto europeista ma le leggi vanno fatte e recepite in Italia con più attenzione”.
Alma Torretta
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