Il turismo del vino continua a svilupparsi in volumi e ad estendersi nella catena del valore: la tendenza emerge da un sondaggio effettuato da Censis Servizi, promosso dalle Città del Vino e da Vinitaly, tra operatori e amministratori di 160 dei 1.000 comuni del vino d’Italia. Secondo il sondaggio del Censis Servizi sono ormai 4 milioni gli enoturisti stabilmente “praticanti”: ma a questa cifra si debbono aggiungere almeno altri 2 milioni di turisti del vino tra neofiti e occasionali.
Questi 6 milioni di turisti sviluppano un volume di spesa complessiva dell’ordine di almeno 2.000 milioni di euro, con un effetto di valorizzazione incrociata tra prodotto base - il vino appunto - e il territorio visitato, dove il turista del vino ricerca anche prodotti e servizi del buon vivere all’italiana, secondo una distribuzione media che indica 25 euro di spesa per l’acquisto di vino, 31 euro di spesa per la ristorazione, 47 euro di spesa per il pernottamento, 19 euro di spesa per l’acquisto di prodotti alimentari tipici, 15 euro di spesa per l’acquisto di prodotti dell’artigianato locale, 12 euro di spesa per l’acquisto di servizi. Come dire che, in media, 10 euro di spesa in cantina generano almeno 50 euro di altre “spese turistiche” sul territorio.
Dal sondaggio Censis, gli altri aspetti di rilievo sono l’importanza economica del fattore vino per lo sviluppo del turismo, data dagli operatori anche in buona crescita per i prossimi anni; il ruolo occupato dal vino per lo sviluppo del turismo, che risulta centrale per il 57 % degli operatori; il dominio di eventi, attrattive e ristorazione nel determinare il livello di offerta tra i fattori del turismo del vino; la disponibilità a collaborare in alleanze con altri comuni per attrarre e introdurre turisti sul territorio (70 %); la scelta di puntare sugli eventi e sulla ricettività come necessarie priorità di investimento per sviluppare ulteriormente il turismo del vino.
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