L’Italia è uno dei Paesi con più siti tutelati dall’Unesco nel mondo. Ma sebbene in tanti di questi il vino sia una componente importante, dalla Val d’Orcia con Montalcino e il suo Brunello, all’Etna, terroir emergente dell’enologia siciliana, il nettare di Bacco non è la determinante principale per il loro inserimento nella lista Unesco. Ci proverà il Piemonte a rompere questo tabu per l’Italia, Paese “disegnato” dai vigneti da Nord a Sud, con la candidatura, come “paesaggio vitivinicolo”, di Langhe-Roero e Monferrato, che dopo anni di tentativi e correzioni, potrebbero veder realizzato il proprio desiderio nel 2014, visto che a giugno in Qatar il “World Heritage Committee” si riunirà per la seduta annuale in cui si decidono i nuovi siti da iscrivere nel registro Unesco. E così, le colline da dove nascono alcuni dei vini più importanti d’Italia, dal Barolo alla Barbera, potrebbero diventare il sito Unesco n. 50 del Belpaese, e il primo dello Stivale focalizzato sul vino (anche a Conegliano e Valdobbiadene si sta lavorando alla costruzione di un dossier per la candidatura a paesaggio vinicolo delle colline del Prosecco, ma la strada sembra ancora lunga). Bene, dunque, il sostegno dimostrato alla candidatura da parte del Ministro delle Politiche Agricole Nunzia de Girolamo, che ha addirittura proposto un forum all’Expo di Milano 2015, dedicato ai paesaggi e ai siti del vino Unesco del mondo. Sperando che non siano tutti stranieri, come accade oggi, per i siti inseriti nella lista, principalmente per il loro legame con il vino. Alcuni celebri, altri meno. Nella prima categoria ci sono sicuramente Saint Emilion in Francia, “straordinario esempio di come uno storico paesaggio vinicolo è arrivato intatto e attivo fino ad oggi”, ma anche la regione del Tokaj, in Ungheria, “che rappresenta una tradizione di viticultura specifica che esiste da almeno mille anni e sopravvive intatta nel presente”, o la regione dell’Alto Douro, in Portogallo, “dove si produce vino da 2.000 anni e il paesaggio è modellato dall’attività dell’uomo”. Della seconda categoria, invece, fanno parte, sempre in Portogallo, la Pico Island, esempio straordinario di viticoltura su una piccola isola vulcanica, oppure le viti terrazzate di Lavaux, in Svizzera, così come il paesaggio lungo il Danubio, con le sue vigne, di Wachau in Austria.
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