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UE: ANCHE I VINI AROMATIZZATI (COME IL BAROLO CHINATO, PER ESEMPIO) POTRANNO USUFRUIRE DELL’INDICAZIONE GEOGRAFICA (IG) E IL TERMINE “VERMOUTH” NON POTRÀ ESSERE TRADOTTO QUANDO CONTENUTO IN UNA INDICAZIONE GEOGRAFICA (IG)

I vini aromatizzati potranno, al pari degli altri vini, acquisire l’Indicazione Geografica (Ig) e il termine “Vermouth” non potrà essere né tradotto, né storpiato, quando é contenuto in una Ig. Viene vietato anche il ricorso a termini italiani nella designazione di vini aromatizzati stranieri, al fine di aumentarne l’appeal sul mercato. Sono questi alcuni elementi fondamentali dell’accordo raggiunto tra i negoziatori di Parlamento, Consiglio e Commissione Europea, sulla designazione, etichettatura e protezione delle indicazioni geografiche dei prodotti vitivinicoli aromatizzati. L’intesa, sarà definitivamente approvata, il prossimo gennaio, alla plenaria del Parlamento europeo.

Con questo provvedimento si potrà difendere meglio i marchi italiani, ma anche i grandi e piccoli produttori, grazie all’estensione ai vini aromatizzati della possibilità di introdurre l’Ig. L’Italia è leader mondiale del settore: la produzione europea rappresenta il 90% della produzione mondiale di prodotti vitivinicoli aromatizzati (3 milioni di ettolitri l’anno) e quella italiana rappresenta il 90% di quella europea.

I consumi nell’Ue si attestano intorno a 2 milioni di ettolitri l’anno. Tra i vini aromatizzati più conosciuti il Vermouth, il Barolo Chinato, il Retsina greco.

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