Nata per caso, come è successo alle 168 bottiglie di Veuve Cliquot rimaste sul fondo del Mar Baltico per 180 anni e recuperate solo nel 2010, per errore o per scommessa, come nel caso dell’azienda ligure che ha fatto invecchiare nel mare di Portofino, a 70 metri di profondità, 6.500 bottiglie di spumante, quella di invecchiare il vino sott’acqua sta diventando una vera moda, ancora di nicchia, ma capace di affascinare una delle griffe più importanti di Bordeaux, Chateau Larrivet Haut-Brion. L’idea è nata da una cena tra amici, in cui il direttore dell’azienda francese Bruno Lemoine, l’allevatore di ostriche Joel Dupuch ed il bottaio Pierre-Guillaume Chiberry, chiacchierando dell’ultima frontiera dell’invecchiamento, il mare, hanno pensato bene di mettere a sistema le proprie conoscenze: il primo ha fornito il vino, Bordeaux 2009, il secondo il fondo, sull’oceano Atlantico, ed il terzo due botti, ad hoc, da 56 litri. La curiosità, ovviamente, era quella di scoprire dove invecchiasse meglio il vino, così, una botte, custodita in un cubo di cemento, è stata fatta invecchiare sul fondale marino, e l’altra è stata lasciata al Castello. Dopo sei mesi, è arrivato il tempo dell’imbottigliamento, e quindi della degustazione, curata dal big dei consulenti francesi, Michel Rolland. Il verdetto? Meglio il vino invecchiato sul fondo del mare, caratterizzato da tannini lievi e grande complessità aromatica, ma, visti i costi, difficilmente diventerà un fenomeno di massa ...
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