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UN COMUNE MARCHIO “UMBRIA” PER I VINI DELLA REGIONE? PER MARCO CAPRAI, PATRON DELLA CANTINA LEADER DEL SAGRANTINO DI MONTEFALCO, “È UN INDIRIZZO CHE NE FACILITA L’INDIVIDUAZIONE E LA RICONOSCIBILITÀ COME AVVIENE PER I VINI FRANCESI O CALIFORNIANI”

Un comune marchio “Umbria” per i vini della regione? “È un indirizzo che ne facilita l’individuazione e la riconoscibilità, anche all’estero, come avviene per i vini francesi o californiani”: lo sottolinea Marco Caprai, alla guida della griffe umbra che ha rilanciato il Sagrantino di Montefalco nel mondo, definendo positiva la proposta avanzata all’Assessorato all’Agricoltura della Regione Umbria Fernanda Cecchini dal gruppo incaricato della redazione del Piano per la valorizzazione del vino umbro, di cui anche lo stesso Caprai fa parte e al quale partecipano la Regione, le associazioni dei produttori e gli istituti di ricerca Nomisma e Inea.

“Noi pensiamo - spiega Caprai - che sia giusto che il suffisso “Umbria” preceda la denominazione. La grande qualità dà valore all’intera denominazione e viceversa la denominazione precisa d’origine dà valore alla grande qualità. Tutti potranno beneficiarne”.

“È necessario il marchio “Umbria” come comune denominatore per crescere all’estero”, aggiunge Caprai nel fare riferimento ad un recente studio in base al quale, secondo dati forniti dalla Regione, l’Umbria è conosciuta soprattutto per San Francesco (27%), il grande patrimonio artistico e culturale (23%), i prodotti alimentari di alta qualità (16%) e, di seguito, per i vini di qualità (11%).

Altro elemento su cui puntare è quello della sostenibilità ambientale, secondo Caprai, che con la sua azienda prosegue l’impegno nel progetto “New Green Revolution”, che coinvolge altre sette aziende del territorio e che è nato con l’obiettivo di affiancare alla sostenibilità ambientale, la sostenibilità “etica”, quella economica ed anche la sensibilità per una sostenibilità “istituzionale”.

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