Le vicende di un giovane appassionato di vino che, per comprare la sua bottiglia dei sogni, il Sorì Tildìn 1997 di Angelo Gaja, si mette a suonare nella metropolitana di Londra, tra “predicatori”, gruppi di giapponesi e costole rotte, per raccogliere le 409.40 sterline necessarie per acquistarla. Ecco “Singing for Sorì Tildìn: a tale from underground”, la storia che è valsa a Huge Jones (quasi omonimo del celebre critico Hugh Johnson) il titolo di “Young Wine Writer of the Year”, il premio promosso dal “Circle of Wine Writers” (www.circleofwinewriters.org). E tanta era l’Italia in finale, non nelle firme, ma negli argomenti, visto che negli scritti degli altri pretendenti al titolo c’erano “Stories about enotecas in Tuscany”, di Jennifer Ah-Kin, e “A Sardinian Legacy”, di Michael O’Connell.
Interessante, tra gli altri, il passaggio in cui Jones descrive il vino di Gaja: “egli (Gaja) rifugge la tradizione in una parte d’Italia che ne è immersa, e sceglie di aggiungere un 5% di Barbera per i suoi vini ottenuti da vigneti singoli, per aggiungere un po’ di acidità. Ciò significa che questi vini sono declassati a “Langhe Nebbiolo Doc, perché così non possono essere imbottigliati con la più prestigiosa denominazione “Barbaresco Docg”. Ma è il vino all’interno della bottiglia che conta. Il vigneto Sorì Tildìn produce costantemente alcuni dei migliori vini d’Italia, da cui vengono prodotte solo 10.000 bottiglie ogni anno. Il Sorì Tildìn 1997 è stato un matrimonio perfetto tra lo stile moderno di Gaja, e l’annata sublime del Piemonte, che ha dato vita a vini che ancora oggi si bevono in maniera splendida. Il che fa sembrare il prezzo di 409,40 sterline non qualcosa di ridicolo, ma semmai soltanto stravagante” ...
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