“Il comparto vitivinicolo italiano non può essere ostaggio delle autorità cinesi nel confronto apertosi a seguito dei dazi che l’Unione Europea intende applicare all’importazione di pannelli fotovoltaici prodotti in Cina occorre quindi attivare ogni sinergia che permetta di intensificare l’attenzione delle competenti autorità e dell’opinione”. Così Lamberto Vallarino Gancia, Presidente Federvini interpreta la volontà di 8 delle principali associazioni della filiera produttiva del settore vinicolo nazionale (Agci Agrital, Cia-Confederazione Italiana Agricoltori, Confagricoltura, Confcooperative, Federdoc, Legacoop Agroalimentare, Unione Italiana Vini e Federvini) che chiedono al governo italiano un maggiore impegno contro l’indagine anti-dumping e anti sussidi sull’importazione dei vini europei in Cina.
Una ritorsione, quella di cui è vittima il settore vitivinicolo a livello europeo, i cui effetti economici e sociali rischiano di essere molto significativi. Solo l’Italia, nel 2012, ha infatti esportato vino in Cina per 80 milioni di euro, e il settore vitivinicolo, nel Belpaese occupa 1,2 milioni di addetti e vale 13,2 miliardi di euro. “Occorre quindi - conclude Lamberto Vallarino Gancia - concentrare gli sforzi affinché il settore che molto ha contributo negli ultimi anni a sostenere l’export e a promuovere il made in Italy in Paesi emergenti non sia pesantemente compromesso con rischi sia in termini occupazionali sia economici”.
Si spera, dunque, che entro i primi di agosto si arrivi ad una soluzione del problema con le autorità cinesi, per evitare che sia compiuta la selezione delle aziende campione da inserire nella lista di realtà esportatrici che dovranno partecipare alla procedura cinese. “Si tratta di un iter molto complesso e costoso sia dal punto di vista economico, cui le singole società selezionate non potranno far fronte singolarmente, sia in termini di dati sensibili che, qualunque sia l’esito del confronto in essere, appartengono alle aziende e resteranno invece in mano alle autorità cinesi” sottolinea Ottavio Cagiano de Azevedo, dg Federvini.
Occorre quindi concentrare gli sforzi affinché il settore che molto ha contributo negli ultimi anni a sostenere l’export e a promuovere il Made in Italy in Paesi emergenti non sia pesantemente compromesso con rischi sia in termini occupazionali sia economici.
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