Un mercato del vino in crescita ed in continua evoluzione, ma complesso e diverso da una zona all’altra come per nelle età di consumo dei wine lovers - da educare, soprattutto i cosiddetti “millennians”, i giovani tra i 21 e i 30 anni, che rappresentano la fascia di consumo più in crescita - attento, in questo momento, al rapporto qualità/prezzo e alle piccole Doc: ecco gli Usa, primo mercato del vino al mondo, visto dai giornalisti Antonio Cevola, Charlie Arturaola e Marisa D’Vari, protagonisti in veste di giurati del Concorso Enologico Internazionale di Vinitaly, l’edizione n. 20, la più importante, partecipata e selettiva competizione al mondo per i vini, che torna nelle nuove date, dal 12 al 16 novembre, a Verona (iscrizioni aperte fino al 20 ottobre; info: www.vinitaly.com), e di “Aspettando il Concorso Enologico - Il vino nel mondo, tra tendenze di consumo e nuovi modelli produttivi”, serie di interviste a giornalisti ed enologi tra i più famosi e qualificati al mondo per fotografare le tendenze commerciali e produttive della vitivinicoltura mondiale ed interpretare il mercato del vino nei più importanti Paesi di consumo o in quelli emergenti, capire come cambia l’enologia alla luce dell’evoluzione del gusto dei consumatori ma anche dei cambiamenti climatici.
A partire dagli Stati Uniti, descritto come mercato in crescita, ma differenziato a seconda della zona e dell’età di consumo, dai giornalisti Antonio Cevola, Charlie Arturaola e Marisa D’Vari. Un mercato in continua evoluzione, lontano anni luce da quello che era 25 anni fa, ma anche da quello che sarà lo scenario che vedremo tra dieci anni. Nel sud-ovest, in Texas “il Moscato e il Malbec sono molto alla moda - dice Cevola - come pure Chardonnay, Pinot Grigio e Pinot Nero non invecchiati in legno, seguendo l’influenza della gente che arriva per motivi economici dagli Stati del nord-est e del Pacifico, ma anche dall’America latina”.
“Mai come in questo momento - spiega Charlie Arturaola - i consumatori sono attenti al rapporto qualità-prezzo e questo è un vantaggio per i vini italiani in Florida, ma anche a New York, nel New Jersey e a Vancouver nel Canada occidentale. Gli importatori stanno aumentando l’offerta di piccole doc, come pure di vini siciliani, campani, pugliesi, marchigiani, sardi e calabresi di varietà meno conosciute”.
“Importante l’educazione al prodotto, soprattutto nei confronti di quella che è la fascia di consumo maggiormente in crescita, cioè quella dei “millennians” tra i 21 e i 30 anni. Questi giovani sono aperti a qualsiasi stile di vino - dice Marisa D’Vari - e pur essendo molto sensibili al prezzo si fanno influenzare dalle scelte degli amici e dai “racconti” o dagli articoli di esperti letti su Internet, specialmente quelli postati sui social media”.
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