La creazione di un Osservatorio Europeo della Viticoltura, con il compito di elaborare ed analizzare tutti i dati rilevanti del settore, per far sì che i rappresentanti politici e professionali possano disporre di un utile e dinamico strumento di valutazione della filiera e pilotaggio del potenziale di produzione: è la proposta rivolta dall'Arev (Assemblea delle Regiovini viticole europee) al commissario europeo all'Agricoltura Dacian Ciolos, in vista della riunione del prossimo Gruppo di Alto Livello (14 dicembre) sulla liberalizzazione dei diritti di impianto dei vigneti che dovrebbe avanzare proposte per una nuova regolamentazione della produzione. Al commissario Ciolos il presidente dell'Arev Jean-Paul Bachy ed il presidente del Conseil Européen Professionnel du Vin dell'Arev (Cepv) Aly Leonardy hanno ribadito la loro “opposizione alla liberalizzazione” e la loro “totale vigilanza sull'attuazione delle future autorizzazioni di impianto”.
L'Arev, ricevuta da Dacian Ciolos l'11 dicembre, “apprezza le valutazioni positive espresse dal commissario sulla qualità delle analisi e delle conclusione dello studio del professor Étienne Montaigne (“Studio sugli impatti socio-economici e territoriali della liberalizzazione dei diritti di impianto viticoli”, promosso dall'Arev, ndr) in favore di una regolamentazione del potenziale di produzione per tutte le categorie di vini. E prende atto della volontà del commissario di lasciare a ciascun Stato membro le modalità di gestione delle future autorizzazioni di impianto per tener conto della particolarità delle organizzazioni professionali dei differenti Paesi”.
Dopo la riunione del Gruppo di Alto Livello del 14 dicembre, il commissario Ciolos avvierà con il Consiglio dei Ministri del Parlamento Europeo le consultazioni per interrompere la procedura e il calendario per l'introduzione di nuove disposizioni. Più che mai l'Arev “riafferma la sua totale vigilanza sulle conclusioni del Gruppo di Alto Livello ed il modo in cui saranno attuate”. L'Arev ha infine ribadito il suo impegno “alla presenza del Conseil Européen Professionnel du Vin nel gruppo consultivo vitivinicolo della Commissione”.
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