Chi ha investito in una cantina d’autore ha visto aumentare le proprie vendite fino al 67%; le aziende che puntano sul packaging o su etichette d’autore registrano un aumento delle stesse anche del 40%; un’installazione artistica in azienda può portare, invece, ad un incremento di valore anche del 25%; ospitare musei del cibo e del vino privati o arricchire una collezione pubblica ha ricadute fino al 20% sugli affari; chi, infine, promuove o sponsorizza eventi o Festival registra incrementi del prodotto venduto dell’8%. Di certo c’è che produrre vino o cibo di qualità e destinare parte del ricavato alla cultura, aumenta la visibilità aziendale - fino al 100% per chi restaura o valorizza un bene culturale, mentre chi promuove premi culturali lo fa prima di tutto per passione - e nel 75% dei casi è un successo, tanto maggiore quanto lo è l’investimento. Ecco i numeri che raccontano “La Buona Italia”, che il Consorzio Tutela del Gavi ha deciso di premiare ogni anno, ma anche di analizzare nel “Rapporto Wine, Food & Arts in Italia 2016”, il primo del genere, realizzato dal Laboratorio Gavi (by The Round Table) con il CeSTIT-Centro Studi per il Turismo dell’Università di Bergamo, sul moderno mecenatismo delle aziende del wine & food in progetti che nascono da una passione privata, ma che spesso oltrepassano i confini aziendali e si trasformano in iniziative di marketing territoriale e sostenibilità socio-economica, promuovendo un territorio nella sua interezza e valorizzando il patrimonio culturale italiano. Tante case history di aziende che, come emerge dall’inedita mappatura nazionale, “sono riuscite a mettere assieme armoniosamente arte-cultura-cibo - spiega Roberta Garibaldi, direttore del CeSTIT - cogliendo le opportunità di un connubio da sempre apprezzato da chi visita l’Italia e cerca un’esperienza culturale creativa, innovativa e partecipativa (vero valore aggiunto di un prodotto, alla base del marketing esperienziale), mostrando un’alta capacità di innovare, comunicare e fare networking, oltre che ottenere risultati di mercato spesso rilevanti, diversificando la propria offerta”.
Dai pionieristici progetti del Castello di Ama per l’Arte Contemporanea in Chianti Classico e la Collezione d’Arte Contemporanea di Cà del Bosco in Franciacorta, alla nuova piattaforma di arte contemporanea “Antinori Art Project” di Marchesi Antinori attorno alla nuova cantina d’autore Antinori nel Chianti Classico; dai prestigiosi Premi letterari Nonino e Strega Alberti Benevento al Parco artistico Orme su La Court di Michele Chiarlo in Piemonte; dal progetto Ornellaia “Vendemmia d’Artista” a sostegno dell’arte, al Premio Artisti per Frescobaldi di Marchesi de’ Frescobaldi per i giovani artisti internazionali; dalla rinascita del vino di Pompei grazie a Mastroberardino al restauro di Rigoni di Asiago dell’Atrio dei Gesuiti del Palazzo di Brera a Milano (grazie anche all’Art bonus); da #Caprai4love, il progetto della Arnaldo Caprai, leader del Sagrantino, per il recupero e l’acquisto di opere e beni culturali del territorio di Montefalco, al progetto “Nutrire L’Anima” dello Sferisterio di Macerata sponsorizzato dall’Imt-Istituto Marchigiano Tutela Vini; dal sostegno ad arte, letteratura e musica della siciliana Donnafugata, alla Galleria Campari (Milano) e i Musei Perugina (Perugia) e Branca; e, ancora, i progetti multidisciplinari “L’Elogio del Prosciutto” del Consorzio Prosciutto di San Daniele e “Biancorossogreen” per il riciclo del sughero dell’Ais-Associazione italiana sommelier, alla musica tra i filari di Brunello a Montalcino nella cantina Il Paradiso di Frassina, sono solo alcune tra le più felici esperienze - sempre work in progress: Falesco contribuirà, ad esempio, al restauro della Fontana dei Leoni del Valadier in Piazza del Popolo a Roma - tutte selezionate dal “Premio Gavi La Buona Italia”. Ad aggiudicarsi l’edizione 2016, la Cappella del Barolo firmata da Sol LeWitt e David Tremlett per Ceretto a La Morra.
Chi visita questi luogi - una forbice che va da 1.000 a 10.000 visitatori, per lo più italiani (60%), locali (24%) e stranieri (16%) - si trova immerso in un’atmosfera unica, data dall’unione di elementi, che slegati possono essere fruiti singolarmente - il vino si trova anche al ristorante, l’opera in un museo, una cantina simile anche - ma messi insieme solo lì, punti di forza di un territorio. Chi ama queste esperienze? Persone appassionate di cibo a 360°, comunemente chiamate “foodies”: negli Usa, ricorda il Rapporto, rappresentano il 19,5% della popolazione adulta (44 milioni di persone) e il 47% dei clienti dei ristoranti; in Italia corrispondono al 5% della popolazione tra i 25 e i 74 anni, ossia circa 10 milioni di persone.
Il Rapporto ha studiato oltre 200 realtà a partire da aziende e Consorzi, il 45,2% con Musei del Vino e del Cibo, il 22,8% promotrice o sponsor di eventi e festival culturali e artistici, il 13,2% con installazioni artistiche in azienda, ma anche sponsor di restauri di beni culturali (8,2%), con etichette e packaging d’artista (5%), ideatrici di premi d’arte e letterari (3,2%) e cantine d’autore (2,3%). Il risultato è una mappa di realtà che, per la maggior parte, sono cantine (85%), concentrate in Piemonte, Veneto e Toscana, e più della metà con prodotti a Denominazione, certificazioni ambientali o di altra natura (es. prodotti bio). Per lo più microimprese - il 61% ha meno di 10 dipendenti e il 68% un fatturato inferiore ai 2 milioni di euro (il 20% tra 2 e 10 milioni, il 12% tra 10 e 50 milioni), concentrate sulla vendita diretta e al dettaglio, ma diffuso è anche l’e-commerce prima ancora della gdo, e con una propensione all’export tendenzialmente alta: il 35% destina ai mercati meno di un terzo della produzione, il 27% un quota tra il 31 e il 60% e il 15% più delle metà.
Focus - La fucina del Laboratorio Gavi & il “Premio Gavi La Buona Italia”
Il Laboratorio Gavi per la Buona Italia è un luogo di pensiero e di azione voluto dal Consorzio Tutela del Gavi Docg, nato nel 2014 e sviluppato dall’agenzia di comunicazione The Round Table; www.theroundtable.it). La prima iniziativa è stato un Forum in cui esperti di arte, imprenditoria e comunicazione si sono confrontati per creare le “Sette Regole per la Buona Italia”, raccomandazioni sulle buone pratiche per promuovere le filiere enogastronomiche italiane, a livello internazionale. Nell’anno di Expo 2015, per valorizzare queste buone pratiche a livello nazionale è nato così il “Premio Gavi La Buona Italia” (assegnato alla prima edizione alle Cantine Settesoli), “per stimolare il mondo del vino e del cibo a dialogare con le arti”, come sottolinea il presidente del Consorzio Maurizio Montobbio. È in questa fucina di idee che sono nati il primo “Rapporto Wine, Food & Arts in Italia 2016” con il CeSTIT-Centro Studi per il Turismo dell’Università di Bergamo, e Progetto “Valore Forte - Gavi for Arts”: imprese private che tramite la propria Associazione di riferimento adottano l’arte e la cultura quale strumento privilegiato per raccontare la propria storia e il proprio territorio.
Info: www.gavi972.it
Focus - Le “Sette Regole per la Buona Italia” del Laboratorio Gavi
1. La Filiera della Bellezza
Territorio, Arte & Cultura, Agricoltura, Turismo: ama il tuo territorio, gustane i prodotti, e salva la Buona Italia
2. Cultura della Terra e Sviluppo Economico
La Cultura produce Economia, se ben integrata alla valorizzazione del Territorio
3. Comune Visione
Insieme, a 360°, facendo rete e innovando, parte attiva di un disegno strategico
4. Pubblico + Privato
Istituzioni, Imprese e Professionisti possono e devono fare squadra, interpretando al meglio il proprio ruolo
5. Muoversi nel Mondo
Il miglior modo per vendere un Prodotto è che il suo Produttore viaggi per il mondo consumando scarpe e valigie
6. Il colore della Comunicazione
La Comunicazione dell’Enogastronomia è narrazione, coinvolgimento, emozione
7. Unione Italia
Oltre i particolarismi territoriali, la Buona Italia può competere nel mondo solo se unita.
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