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UN VINO DA “AMICI MIEI”. RICKY TOGNAZZI RACCONTA LE SUE SCORRIBANDE GASTRONOMICHE NEL CHIANTI QUANDO, ANCORA ADOLESCENTE, VENIVA A TROVARE IL PADRE UGO PER LE RIPRESE DI UNO DEI FILM-MITI DEL CINEMA ITALIANO

Italia
Uno dei luoghi simbolo del Chianti Classico: il Castello di Brolio

Cominciamo col dire che nella mia famiglia superallargata il Chianti c’è! La consuocera di mia moglie, e quindi anche mia (madre della moglie di Francesco Venditti, figlio di Simona Izzo, moglie di Ricky Tognazzi, ndr), Ilaria Occhini, produce alla Fattoria La Striscia, un ottimo Supertuscan che si chiama come lei e un Chianti docg, il Bernardino rosso. Premessa a parte, parlare di rapporti con il Chianti Classico con un italiano amante delle buone cose, fa parte dell’imprinting genetico. Io amo questo vino quanto meno da quando ho iniziato a vedermi crescere la barba …

Al territorio del Chianti Classico, poi, sono legati ricordi particolarmente felici: qui mio padre Ugo ha girato i film “Amici miei” e quando lo andavo a trovare il passatempo migliore era la ricerca di ristoranti e trattorie dove trovare il fagiolo cannellino migliore e di conseguenza anche una buona bottiglia di Gallo Nero che accompagnasse questo cibo semplice e fantastico. Questo da adulto; senza dimenticare che mia madre è inglese e dire Chianti Classico nel mondo anglosassone significa entrare in una dimensione di assoluta bellezza e bontà. Purtroppo, per un periodo il nome Chianti, non solo è stato abusato, ma visto come un limite da parte dei produttori di vino, quelli veri, perché non sempre era associato ad un vino di qualità. Io apprezzo molto la grande battaglia e il grande sforzo dei produttori del Chianti Classico Gallo Nero per farsi conoscere nella giusta luce.

Il Chianti Classico non ha proprio nulla da invidiare ai grandi Supertuscan, considerati dal popolo come vini superiori, solo perchè hanno colto un trend positivo. Il Chianti Classico ha dalla sua la forza della tradizione più antica e poi è per sua natura il vino di una delle regioni più straordinarie d’Italia … Io personalmente preferisco il Chianti Classico riserva, un vino più strutturato, nel senso che del vino amo la rotondità e la corposità; credo sia un’evoluzione del gusto che va di pari passo con l’età. Adesso che sono nell’età cosiddetta “matura”, sono alla ricerca di gusti più maturi. Come dal cioccolato al latte sono passato al fondente, così dai vini rossi giovani, che prima erano anche sinonimo del bere pesante in una serata fra amici, ora privilegio vini più strutturati, da degustare lentamente, ma non necessariamente vini impegnativi; poi trovo che il carattere un po’ acidulo del Chianti, nelle bottiglie riserva sia attenuato da altre profondità che a me personalmente piacciono molto.

Per gli abbinamenti, ho da tempo superato certi tabù: abbino il pesce con il formaggio e con vini rossi, certo non una spigola bollita, ma non mi fa assolutamente paura bermi un bel bicchiere di Gallo Nero con pesci più saporiti, guazzetti, merluzzo, baccalà, zuppe, perché no? Gusti sostenuti e corposi vanno bene insieme. Comunque io sono un curioso e un appassionato: ogni volta che vado in Toscana provo vini nuovi e non vado certo nei ristoranti per bere sempre la bottiglia che piace a me; quando sono nel territorio del Chianti Classico la mia unica preoccupazione è di non tradire il luogo e di farmi consigliare per il meglio.

Marina Baumgartner - Chianti Classico Magazine

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