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PARTNESHIP D’ECCEZIONE

Una nuova campagna pubblicitaria celebra il dialogo creativo tra Dom Pérignon e Lady Gaga

L’Abbazia di Saint-Pierre d’Hautvillers, in cui è nato l’iconico Champagne, fa da set alla performance della cantante

Uno degli Champagne più iconici insieme alla cantante pop più famosa del mondo: dal 2021, gli universi di Dom Pérignon e Lady Gaga si intersecano in una corrispondenza che ne ha mescolato approcci e ambizioni estetiche. Adesso la loro visione condivisa dell’atto creativo si concretizza in una nuova campagna pubblicitaria che esalta l’ultima etichetta, il Dom Pérignon Vintage 2013, pronto a rivelarsi dopo quasi 10 anni di lenta maturazione.
La campagna, che è stata affidata a tre importanti artisti contemporanei - il regista Woodkid (Yoann Lemoine), il coreografo Sidi Larbi Cherkaoui e il fotografo italiano Mario Sorrenti, che ha realizzato una serie di iconici scatti in bianco e nero per la stampa - inizia dove comincia sempre tutto per entrambi i protagonisti: al lavoro. Nei vigneti, per la Maison francese; al pianoforte, per Lady Gaga. La telecamera gira intorno a quest’ultima, rivelando quello che sembra un palcoscenico, o un set: un luogo in cui una creazione sta per nascere. Lady Gaga inizia a suonare alcune note, annota le parole, riprende a suonare, finché non trova il ritmo giusto. Nel frattempo, sotto gli archi pittoreschi del chiostro dell’ Abbazia di Saint-Pierre d’Hautvillers, la sagoma di un gruppo di ballerini inizia lentamente a prendere vita, rispondendo all’esecuzione al pianoforte di Lady Gaga. Poi, progressivamente, la melodia accelera e con essa la tensione. Le immagini delle bottiglie di Dom Pérignon riflettono sensualmente questo momento. Infine, i ballerini si sollevano a vicenda mentre Lady Gaga raggiunge note più alte e alcuni di loro iniziano a fluttuare nell’aria. In un magico atto finale, l’intero ensemble si libra nel cielo sopra il campanile dell’Abbazia. La coreografia creata da Sidi Larbi Cherkaoui sarà anche interpretata su un palco nel 2023.

Focus: Il mito di Dom Pérignon
L'ideale estetico di Dom Pérignon nasce nel XVII secolo, quando Dom Pierre Pérignon si propone di “creare il miglior vino del mondo”, un obiettivo costantemente affinato, ma mai definitivamente raggiunto. L’Abbazia di Saint-Pierre d’Hautvillers, fondata nel VII secolo, ha giocato un ruolo cruciale nella tradizione della coltivazione della vite e della produzione dei vini dei terroir di Hautvillers, Aÿ, Champillon e Cumières. Nel 1668 un giovane monaco di nome Dom Pierre Pérignon viene nominato cantiniere e procuratore del monastero, innescando una serie di eventi che avrebbero cambiato il corso della storia dello Champagne. Con sguardo visionario e spirito di sacrificio, Dom Pierre Pérignon dedica la sua vita a perfezionare l’arte della viticoltura e della vinificazione, alla ricerca della bellezza e dell’emozione. Grazie al suo vino conquista i cuori della corte di Francia e adorna le più belle tavole del XVII e XVIII secolo, rifornendo direttamente la casata di Re Luigi XIV e i migliori mercanti parigini dell’epoca.
Saint-Pierre d'Hautvillers era anche un’abbazia rinomata per l'accoglienza di pellegrini e malati. I monaci hanno mantenuto un'atmosfera in cui affinare continuamente il proprio mestiere, condividendo i frutti del loro lavoro e della loro gentilezza con il mondo esterno.
Oggi per Dom Pérignon il lavoro inizia con i professionisti nel vigneto, che operano per comprendere le necessità delle viti e curarle nel corso delle stagioni. Nei primissimi momenti della primavera, Vincent Chaperon osserva e seleziona le migliori parcelle, quindi le uve e i loro succhi, ognuno con una personalità unica e distintiva. È così che può iniziare la fase dell’assemblaggio, pietra angolare del processo creativo di Dom Pérignon. I diversi vini selezionati vengono interpretati insieme, fedeli alla storia dell'annata e ad un ideale estetico senza tempo. Dopo l'assemblaggio, inizia la maturazione: occorrono almeno 8 anni per far sì che Dom Pérignon Vintage si riveli. Nell’oscurità delle cantine, all'interno delle bottiglie, il vino affronta una trasformazione attiva a contatto con i lieviti, raggiungendo quell'armonia che è il tratto distintivo di Dom Pérignon.

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